Page 424 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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414     LEZIONE VENTICINQUESIMA,
       subito gravissimi danni per  l’ invasione dei Galli da cui era stata
       distrutta la loro città  : a settentrione, la Tessaglia era caduta in
       bassissimo stato dopo la morte di Giasone  ; e la Macedonia, che
       si trovava nel massimo scompiglio da tanti secoli, nessuno avrebbe
       potuto prevedere che la fossp per offrire il fenomeno veramente
       raro nella storia, di due uomini grandi saliti sul medesimo trono
       uno dopo r altro. Pareva dunque che nulla dovesse ora impedire
       agli stati della Grecia di vivere in pace e di farsi, ciascuno, cen-
       tro benigno d’ incivilimento e di lumi.
          Quello che per la cultura greca si chiama secolo di Peri-
       cle, non era completamente finito col grande da cui prende  il
        nome  : voglio dire quanto  all’ arti, all’eloquenza, alla filosofia  ;
       non già quanto alla poesia e ai costumi che erano molto deca-
       duti. Se Fidia, Policleto, Zeusi, Parrasio non eran più, avevano
       però ancora lo arti dei cultori eccellenti  ; Eupompw e Panfilo di
        Sicione, Eufranore  di Corinto  pittore e scultore a un tempo,
       Apollodoro e Nicia d’ Atene, Protogene di Rodi, Filosseno d’Ere-
       tria, e molti altri. Fra tutti poi  si distinsero, Apelle che portò
       la pittura alla maggior perfezione che abbia avuto nei tempi an-
       tichi; Lisippo che fuse in bronzo secentodieci opere, e dal quale
       solo voleva essere ritrattato Alessandro di Macedonia  ; lo scul-
       tore Prassitele, le di cui opere segnarono  il passaggio fra lo stile
       sublime che parlava  all’ immaginazione, usato al tempo di Pe-
       ricle, e lo stile grazioso che parlava ai sensi, venuto in voga al
       tempo d’Alessandro.
          Ma anche più dell’ arti erano in fiore l’eloquenza e la filo-
       sofia: anzi, fra  gli oratori, comparve allora l’insuperabile De-
       mostene  ; e fra  i filosofi, duo dei più straordinari  intelletti che
       abbiano onorato l’umanità, Platone e Aristotile. Di questi ora-
       tori e filosofi, ne parleremo qui brevemente, sebbene d’ alcuni,
       massime dei primi  , avremo a farne parola anche in altro luo-
       go  : quando cioè racconteremo  la lotta fra la Grecia o  i re  di
        Macedonia che la volevano assoggettare. In questa lotta e’ ci eb-
       bero tutti qualche parte, più o meno segnalata. Una parte ecces-
       sivamente e quasi vilmente moderata fu quella che vi ebbe Iso-
       crate, tutto fidente nelle bone intenzioni del re Filippo eh’ e’ s’ era
        preso l’assunto  di conciliar colla Grecia: come se fra l’inva-
       sore e il popolo che pericola d’ esserne oppresso potesse mai es-
       serci luogo a conciliazione. Del resto, quel cattivo politico, fra
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