Page 425 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LA GRECIA PRIMA DELLA DOMINAZIONE MACEDONE.  415
    per la debolezza della sua Voce e  l’ invincibile timidezza del suo
    carattere, stette sempre lontano dalla tribuna. Non era nemmeno
    vero oratore  ; era retore e sofista, gran conoscitore e scrupoloso
    osservatore delle regole di ben dire anche quando non dice nulla,
    tenerissimo dei periodi rotondi o cadenzati. Quindi s’occupò,
    quasi tutta la vita, a dar lezioni di rcttorica e a scriver discorsi
    su qualunque soggetto, per chi gliene dava la commissione; e
    l’opera sua, qualunque si fosse, seia faceva pagar sempre bene
    e a contanti.
       Ben diverso da lui (che pure fu suo maestro) vero oratore
    politico, esperto uomo  di  stato, era Licurgo, nato nel 408 da
    una delle più nobili e ricche famiglie d’ Atene. Giusto come Ari-
    stide, temperante, di costumi severi amministrò per dodici anni
                   ,
    le finanze della repubblica .senza dar luogo al menomo sospetto.
    Fece stabilire delle leggi rigorose per la repressione d’ ogni sorta
    d’abusi e specialmente del brigantaggio che desolava l'Attica;
    fece eseguire grandi lavori di pubblica utilità  ; compire la co-
    struzione del teatro di Bacco  ; aumentar la flotta  ; alzare tre sta-
    tue di bronzo ai tre sommi poeti tragici  ; e siamo forse debitori
    a lui di possederne  i capolavori, giacché ordinò che sene depo-
    sitasse un esemplare negli archivi nazionali. La sua eloquenza
    era maschia,  il suo patriottismo ardente; e spinto da questo,
    si serviva di quella per combattere terribilmente Filippo mace-
    done e tutti quelli che  si vendevano a lui. De’ suoi discorsi ci
    resta soltanto quello contro Leocrate , ricco cittadino ateniese, che
    dopo la disatrosa battaglia di Cheronea, avvenuta, come vedremo  ,
     nel 338, era fuggito da Atene. Licurgo, in nome delle leggi e
    dei sentimenti  più sacri,  lo dichiara  traditore  della patria e
    chiede che sia punito colla pena dei traditori; e colla forza degli
    argomenti e della parola ottenne che Leocrate fosse condannato.
    Ma già un’altra persona, as.sai più distinta di Leocrate, era ca-
    duta vittima della patriottica eloquenza di Licurgo tonante in
    nome  delle  leggi. Era questi Lisicle, generale traditore o in-
    capace, che capitanava gli Ateniesi nella battaglia suddetta. Del-
    r orazione pronunziala da Licurgo contro  di  lui  ,  ci restano
    queste veementi parole;  « Tu comandavi l’armata, o Lisicle!
    » e 1000 cittadini son morti  ; e 2000 sono stati fatti prigionieri;
    » e un trofeo è stato alzato contro la repubblica , e tutta la Gre-
     » eia è schiava! Tutte queste sciagure sono avvenute mentre tu
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