Page 421 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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            LOTTA FRA SPARTA E TERE.
    citori da parecchi combattimenti e si resero padroni  d’ Olimpia,
                            i prepa-
    Siccome era l’anno olimpico, si messero subito a fare
    rativi pei giochi  venuti  i giorni consueti, cominciarono a ce-
    lebrarli unitamente agli abitanti di Pisa loro alleati- Non restava
    da eseguir che la lolla, quando gli Elidesi gli attaccarono arma-
    tamano. Ci fu una zuffa nella quale  gli Arcadi soffrirono molto
    danno; ma la città rimase in loro potere.
       Ecco un altro motivo di discordia.  I principali di questi
    crederono  di poter  servirsi dei tesori d’ Olimpia per assoldare
    delle truppe mercenarie. 1 Mantineesi riprovarono l’empietà di
    adoperare  il danaro sacro a fini profani, e gli citarono a compa-
    rire dinanzi ai Diecimila deputati d’ Arcadia.  I citati non com-
    parvero  i  diecimila  dettero  la ragione  ai  .Mantineesi. Allora
    gl’ imputati di sacrilegio, per non trovarsi a doverne render con-
    to, mandarono a chiamarci Tebani, facendogli credere che l'^Vr-
    cadia fosse inclinata a buttarsi nel partito di Sparla. Erano essi
    sul moversi quando vennero  degli  altri  inviati  j)er trattenerli
    giacché era staUi conclusa la pace fra
                    il consiglio degli Arcadi e
    gli Elidesi, col patto che
               l’ oro tolto a Olimpia sarebbe restituito.
    Quindi novo e maggior pericolo per quei tali che dovevan ren-
    dere  i conti  : e perciò, mostrando all’armosta tebano che era in
    Tegea che l’influenza tebana andava in rovina, lo indussero a
    sorprendere e far prigioniera  l’ assemblea di quella città mentre
    festeggiava la pace. Era un tradimento simile alla sorpresa della
    Cadmea;e destò tanta indignazione nel pubblico, che l’armosta
    si trovò costretto a lasciar liberi  i prigionieri. Pure, una parte
    dell’ Arcadia  s’ armò, e  spiedi a chiedere  aiuti a Sparta e ad
    Atene.
       Per impedire dunque che Sparta riacquistasse la primitiva
    influenza sul Peloponneso, Tebe ci mandò, nel 362, un’armata
    diretta da Epaminonda che andò ad accamparsi in Tegea stessa.
    Di  li minacciava Mantinca  ; per cui Agesilao accorse con tutte
    quante le sue truppe a proteggerla. Allora Epaminonda muta  il
    suo  piano, e va  difllato a Sparla che era  rimasta sprovvista
    d’ogni  difesa. L’ avrebbe presa come un nido d’ uccello, dice
    Senofonte,  ' se Agesilao, avvertito a tempo, non fosse venuto in
    tutta fretta a soccorrerla.  11 fallimento di questo suo piano,  il
    timore d’ esser preso alle spalle dagli Arcadi, la prossimità del
      * Stori» grrca, VII  , 6.
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