Page 109 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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108                                         al-Futūḥāt al-makkiyya

            Quanto al dar da mangiare [a 60 poveri] nell’espiazione, il cibo è una
            causa  occasionale  ( a a )  di  preservazione  della  vita  per  colui  che  lo
            ottiene.  Colui  che  dà  da  mangiare  è  caratterizzato  dalla  qualità  del
            Nome “Colui che vivif ca (al-muḥy )”, perché aveva fatto morire, con ciò
            che aveva fatto, un atto di adorazione che non ha simile e che gli era
            imposto. Nel suo rapporto sessuale durante il digiuno era caratterizzato
            dalla  qualità  di  “Colui  che  fa  morire  (al-mum t),  poiché  l’aveva  fatto
            intenzionalmente.  Per  questo  gli  viene  ingiunto  di  dar  da  mangiare
            in  modo  da  manifestare  il  Nome  opposto,  cioè  “Colui  che  vivif ca”:
            comprendi dunque!

            Quanto  al  digiuno  compensatorio  di  due  mesi  per  espiazione,  per  i
            Muḥammadiani  il  mese  ( a  )  designa  il  completamento  (i t  ā )  del
            percorso della Luna attraverso le mansioni determinate e quello è il
            percorso dell’anima attraverso le dimore divine. Nel primo mese egli
            compie il percorso per se stesso [o per mezzo della sua anima] in modo
            da consolidare nella sua anima la Signoria del suo Creatore su di lui;
            nell’altro mese egli compie il percorso per mezzo del suo Signore, poiché
            “Egli è il suo piede con cui cammina”, in quanto il Vero è tutte le sue
            membra e facoltà: è per mezzo delle sue facoltà che egli attraversa queste
            dimore ed il Vero è identico alle sue facoltà, quindi egli le attraversa per
            mezzo del suo Signore, non per se stesso.

            Quanto a ciò che colui che aveva compiuto quell’atto ( ) disse all’Inviato
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            di Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, quando
            egli gli ordinò di digiunare per espiazione, cioè di essere caratterizzato
            dall’attributo del Vero, in quanto il digiuno Gli appartiene, egli rispose:
            “A causa del digiuno sono stato colpito (mi  a - a mi utiya  alayya)” ( ).
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            tradotto come “modellare”, ha infatti per Ibn ʿArabī un duplice signif cato: da un lato
            esso si riferisce alla determinazione (ta    ) delle possibilità di manifestazione, la quale
            precede “logicamente” la creazione in senso stretto, ed a questa accezione corrisponde
            il versetto in questione, come pure, ancor più chiaramente, il seguente: “.. lo modellò di
            polvere   i gli disse “sii” (ku ) ed egli fu” (Cor.III-59). Da un altro lato esso si riferisce
            all’atto di “dare l’esistenza” (i ā ), conseguente al Comando (am ) divino espresso dalla
            parola “ku ”, sii, ed in questa accezione viene comunemente tradotto come “creare”.
            127 Secondo i commentatori delle raccolte canoniche di ḥa    si trattava di un compa-
            gno di nome Salama ibn Saḫr al-Buyādī.
            128 Questa frase non è riportata nelle raccolte canoniche. Il verbo utiya può anche
            essere tradotto “sono stato distrutto”; nello ḥa    citato nella nota seguente, il beduino
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