Page 139 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            Venne un messaggero del sovrano [d’Egitto] da Giuseppe, su di lui la
            Pace, per farlo uscire dalla prigione e Giuseppe gli disse: “Torna dal tuo
            signore e chiedigli che ne pensa delle donne che si tagliarono le mani”
            (Cor. XII-50) e non uscì, preferendo restare in prigione f no a che il
            messaggero non gli avesse portato la risposta. Quello era in conformità
            al motivo del suo ingresso in prigione, in quanto egli vi era entrato per
            amore e voleva mantenere quello stato. Ciò corrisponde al suo detto:
            “O Signore! La prigione mi è più cara (aḥa  u ilayya) di ciò che esse mi
            chiedono” (Cor. XII-33): si trattava però di un amore relativo e non di
            amore vero.

            L’Inviato di Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la
            Pace, ha detto: “Allah abbia misericordia di mio fratello Giuseppe. Se
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            fossi stato al posto suo avrei risposto al messaggero” ( ), cioè avrebbe
            detto: “Mi precipito ad uscire”, in quanto la sua stazione spirituale, che
            Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, comporta l’ampiezza
            ( a a ,  avendolo  Allah  inviato  come  Misericordia,  e  colui  che  è  una
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            Misericordia non porta in sé la ristrettezza ( ). Per questo abbiamo
            detto che il piacere della gioia della rottura per colui che digiuna fa
            parte di una stazione Muḥammadiana, non di quella di Giuseppe.

            Abbiamo detto dell’af rettarsi a fare la  alāt e quindi rompere dopo il
            ma  i  e prima delle  aka āt supererogatorie, poiché ciò fa parte dell’opera
            dell’Inviato di Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la
            Pace. Abbiamo dato la precedenza [alla  alāt] rispetto alla rottura, in
            quanto essa, pur appartenendo al servitore è il diritto di Allah, mentre
            la rottura è il diritto della tua anima. L’Inviato di Allah, che Allah faccia
            scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, ha detto alla persona a cui era
            morta la madre che era tenuta ad un digiuno e che voleva farlo al posto
            suo: “Pensi che se ella avesse un debito lo salderesti?” ed egli rispose:
            “Certamente!” ed [il Profeta, che Allah faccia scendere su di lui la Sua
             alāt e la Pace] commentò: “Il diritto di Allah ha più diritto di essere



            174  a    riportato da al-Buḫārī, LX-11 e 19, LXV a   ū a XII, 5, Muslim, I-238, e
            da at-Tirmiḏī.
            175 Nel Cap. 367, che descrive il viaggio celeste di Ibn ʿArabī, nella sezione dedicata
            al suo arrivo al terzo Cielo [III 347.21], il Profeta Giuseppe commenta a sua volta
            l’af ermazione  qui  riportata  del  Profeta  Muḥammad.  Cfr.  la  traduzione  di  questo
            capitolo a cura di Moreno Giannini, “     ya     i itu l”, Academia, 1995, pagg. 90-95.
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