Page 151 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            In ef etti il Profeta, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e
            la Pace, ci ha comunicato che “il digiuno è uno scudo ( u  a ” ( ): lo
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            scudo è la protezione ed essi non lo prenderanno come protezione se
            non quando ne faranno un atto di adorazione. Il digiuno appartiene
            al Vero per l’aspetto di trascendenza (ta    ) che esso comporta, ma in
            quanto atto di adorazione da parte del servitore esso è uno scudo ed una
            protezione che gli impedisce di emettere la minima pretesa riguardo
            a ciò che appartiene ad Allah e non a lui stesso: non avendo simili, il
            digiuno appartiene a Colui “che non ha simile”; è ad Allah e non a te
            che appartiene il digiuno.

            Ha  poi  detto:  “dei  giorni  (ayyām)  contati”  (Cor.  II-184);  “giorni”
            riguarda senza dubbio la prima menzione del termine “kuti a” [è stato
            prescritto], poiché noi non sappiamo ciò che è stato prescritto a coloro
            che erano prima di noi: è stato prescritto loro in solo giorno, come nel
            caso di ʿAšūrā, o più giorni? Ciò che è stato prescritto a noi è il digiuno
            di un mese, ed il mese non può contare che ventinove o trenta giorni,
            in base al computo che deriva dalla nostra visione del crescente lunare
            ( ilāl).
            Ora, [la forma del plurale] “ayyām” si applica esclusivamente ai numeri
            dal 3 al 10. La lettera del Corano concorda dunque perfettamente con
            ciò che ci ha insegnato l’Inviato di Allah, che Allah faccia scendere su
            di lui la Sua  alāt e la Pace, riguardo al numero dei giorni del mese [di
            Ramaḍān]; egli ha detto in ef etti: “il mese è così” facendo un gesto
            della mano che signif ca dieci giorni, poi ha aggiunto: “e così”, cioè
            ancora dieci giorni, “e così”, lasciando questa volta un pollice chiuso,
            vale a dire nove giorni ( ). Se la seconda volta non ha piegato il suo
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            pollice, è per signif care di nuovo dieci giorni. Poiché l’Altissimo aveva
            detto  “dei  giorni  contati”;  il  Legislatore  contò  i  giorni  del  mese  per
            decine di modo da non invalidare la menzione [coranica] degli “ayyām”,
            in conformità con la Parola di Allah, l’Altissimo. Se avesse detto “trenta
            giorni”, sarebbe stato come quando parlò del giuramento di astinenza
            a termine (al- lā ) nei confronti di ʿA’išāh, [dicendo]: “può darsi che il

            198  a    riportato da Muslim, XIII-163, al-Buḫārī, XXX-2, LXXVII-78, an-Nasāʾī,
            XXII-42, e da Ibn Ḥanbal.
            199  a    riportato da al-Buḫārī, XXX-13, Muslim, XIII-15, Abū Dāʾūd, XIV-4, an-
            Nasāʾī, XXII-17, e da Ibn Ḥanbal.
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