Page 153 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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152                                         al-Futūḥāt al-makkiyya

            Allah ha reso preferibile il digiuno, poiché Gli appartiene, di modo che
            [l’uomo] realizzi l’Attributo del digiuno che, tra i modi di adorazione,
            non  ha  simile.  Se  tu  ribatti  che  il  fatto  di  nutrire  è  ugualmente  un
            Attributo divino, poiché Egli è “Colui che dà il nutrimento (mu  im)” ( ),
                                                                  201
            noi rispondiamo che questa idea sarebbe stata ef ettivamente possibile
            se Egli non avesse connesso la facoltà di nutrire [un povero] con l’idea
            di compensazione, collegando [grammaticalmente nel testo coranico]
            la prima alla seconda. [Egli si è dunque espresso] come se colui che è
            soggetto all’osservanza delle norme avesse l’obbligo di digiunare.

            Ora,  secondo  l’a a   stabilito  conformemente  alla  realtà,  nulla  è
            obbligatorio per Allah, ad eccezione di ciò che Egli Si è imposto da
            Se stesso: colui che è sottoposto ad uno statuto d’obbligo ne è in ef etti
            il  prigioniero  e  resta  sotto  il  suo  dominio.  Qui,  la  compensazione  è
            stata precisata: si tratta di dare da mangiare. Allah ha dunque avuto
            in vista il digiuno e lo ha stabilito come un bene per te, poiché si tratta
            di un Attributo che Gli è proprio. Non vedi che Egli ha detto anche:
            “E  Noi  l’abbiamo  esonerato  mediante  una  vittima  sublime”  (Cor.
            XXXVII-107): dalla presa della morte.
            “Se voi sapeste”: senza dubbio, la particella “i  (se)” ha in questo caso
            un senso di negazione; cioè: “voi non sapreste che il digiuno è meglio
            del fatto di dar da mangiare se Io non ve lo avessi insegnato”. Può anche
            darsi che il senso sia: “Se voi cercate di sapere il termine migliore della
            scelta che vi ho lasciato, ve lo comunico”, cioè i ranghi rispettivi del
            digiuno e del fatto di dar da mangiare.
            Ha poi detto: “Il mese di Ramaḍān” (Cor. II-185), cioè il mese di questo
            Nome divino che è Ramaḍān, mese che Egli ha ricollegato ad Allah,
            l’Altissimo mediante il Suo Nome Ramaḍān, Nome strano e singolare;
            “…nel quale è stato rivelato il Corano”, cioè il Corano è disceso per
            mezzo del digiuno [( a m) nel senso di “elevazione”] di questo mese
            preciso ad esclusione di ogni altro; “…come una guida”, cioè una chiara
            esposizione ( ayā ) “per gli uomini”.

            Il Corano è la sintesi ( amʿ): per questo Egli ti ha unito a Lui nell’Attributo
            di  ama ā iyya, che è il digiuno; per la sua trascendenza esso appartiene


            201 Cfr. Cor. VI-14: “Egli è Colui che nutre e che non è nutrito”
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