Page 157 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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chiama” ( ), cioè: così come Noi ti abbiamo fatto chiamare gli uomini
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“ad Allah secondo una visione interiore”, analogamente Noi diamo a
colui che Ci chiama a lui una visione interiore del fatto che Noi gli
rispondiamo, per lo meno f ntanto che egli non dice: “Egli non mi
risponde”; “che essi dunque rispondano a Me ( a-l-ya ta ū l )”, vale a
dire quando io li chiamo alla Mia obbedienza ed alla Mia adorazione,
poiché “non ho creato i Ǧinn e gli uomini se non perché Mi adorassero”
(Cor. LI-56); Io li convoco tramite la bocca dei Miei Inviati, così come
nei [630] Libri rivelati con i quali li ho inviati a loro ( ). [Allah] ha
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205 Nel Cap. 457 [IV 71.27] Ibn ʿArabī precisa: “Allah, l’Altissimo ha detto: «e se i Miei
servitori ti chiedono al Mio riguardo» (Cor. II-186) ed ha detto all’Inviato di dire: “In
verità Io sono vicino; Io rispondo all’appello di chi chiama, quando invoca Me: che essi
dunque rispondano a Me” (Cor. i i m), cioè quando Io li chiamo a mettere in opera ciò
che ho prescritto loro. Tutto quello è Legge: egli ha quindi incluso Se stesso in ciò che
ha imposto ai suoi servitori [cioè l’obbligo di rispondere] ed ha messo la faccenda nelle
loro mani riguardo a quello [lasciando loro l’iniziativa di chiedere] […] L’imposizione
legale (takl ) incondizionata (mu la ) si applica e si intende riferita a due realtà (am ā ):
la prima è che essa include l’uomo nella sua interezza come nel Suo detto: “Al mattino
si impone una a a a a ciascuna delle vostre vene”, e come nel Suo detto: “È Te che noi
adoriamo” (Cor. I-5), con la ū del plurale (na u u), per l’universalità dell’imposizione
legale e la sua applicazione riguardo all’essenza stessa di colui che vi è soggetto.
Dell’imposizione incondizionata fa parte ciò su cui tutte le legislazioni tradizionali
sono concordi, senza che una si distingua dalle altre, e ciò corrisponde al Suo detto:
“Osservate la religione e non dividetevi in essa” (Cor XLII-13) esprimendosi in modo
generale ed incondizionato. La seconda modalità dell’imposizione incondizionata è
il Suo includere in essa Se stesso insieme a noi, facendo sapere che Egli è Colui che è
soggetto all’ordine e Colui che ordina, Colui che vieta e Colui che è soggetto al divieto.
“Signor nostro, non punirci” (Cor. II-286), “Signor nostro, non imporci” (Cor. II-286),
“Signor nostro, non imporci ciò che non siamo in grado di fare” (Cor. II-286), e l’ordine
“perdonaci” (Cor. II-286), “abbi Misericordia di noi” (Cor. II-286), “aiutaci” (Cor. II-
250), questo da parte nostra per un ordine prescritto dalla Legge e la risposta da parte
Sua, riportata nel aḥ ḥ, è “l’ho fatto, l’ho fatto”. L’ordine da parte Sua è: “Fate la alāt
e date la akāt e fate ad Allah un prestito” (Cor.LXXIII-20), e la risposta da parte
nostra è di due tipi, diversamente dalla Sua risposta: una risposta corrispondente alla
Sua risposta, cioè il nostro detto: “Abbiamo sentito ed abbiamo obbedito” (Cor. II-285,
IV-46, V-7, XXIV-51), ed una risposta non corrispondente sotto tutti gli aspetti alla
Sua risposta ed essa è quella a cui si riferisce il versetto: “Abbiamo sentito ed abbiamo
disobbedito” (Cor. II-93, IV-46).”
206 Nel Cap. 558 [IV 255.20] Ibn ʿArabī precisa: “Il possessore di questa Presenza si
chiama servitore di Colui che risponde ( a al-mu ), e questa Presenza è chiamata la
Presenza della passività [o ricettività] (i āl), poiché il possessore di questa Presenza
non cessa mai di essere ricettivo (mu a il) […] L’Altissimo ha detto: “Se i Miei servitori
ti chiedono riguardo a Me, Io invero sono vicino” (Cor. II-186), cioè a loro, e non c’è
vicinanza più grande della relazione di ricettività. Le creature sono ricettive per la loro