Page 159 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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158 al-Futūḥāt al-makkiyya
interpreta. Colui che interpreta ha fede nella sua ragione e non in Me.
Colui che pretende nel suo intimo di essere più sapiente di Me stesso
riguardo a Me stesso, non Mi conosce e non ha fede in Me. Egli è un
servitore che Mi dichiara bugiardo in ciò che Mi sono attribuito a Me
stesso, e che ho espresso nel migliore dei modi. Quando lo si interpella
egli risponde: ho voluto rispettare la trascendenza. In realtà la sua
attitudine procede dall’astuzia dell’anima, dalla coscienza che essa ha
del suo proprio valore, della sua volontà d’indipendenza e del suo rif uto
di conformarsi.
“forse essi saranno guidati”, vale a dire seguiranno il cammino diritto
( u ) come fanno coloro che hanno successo, coloro che lo seguono dal
momento in cui lo riconoscono. [Il Vero] li conduce così alla felicità
eterna; essa è la risposta del Vero quando essi Lo chiamano, così come
il termine della loro via verso ciò che rallegra le loro anime, rendendo
loro lecito ciò che era stato loro vietato durante il digiuno, dall’inizio del
giorno f no alla sua f ne.
Egli ha poi detto: “Egli vi ha reso lecito nella notte del digiuno”
(Cor. II-187), cioè la notte a cui arriva il vostro digiuno, non quella al
mattino della quale voi siete in stato di digiuno, poiché si tratta lì di una
particolarità che vi accompagna f no alla notte della Festa della Rottura
del digiuno ( al- ). Se la notte del digiuno evocata in questo versetto
si riferisse al giorno che la segue, essa non riguarderebbe la notte della
Festa, poiché al mattino del giorno che la segue voi non digiunate, e
se digiunaste sareste disobbedienti. Invece questa particolarità non ha
senso per la prima notte di Ramaḍān poiché il nutrimento e le altre cose
vietate [durante il digiuno] restano permesse e non vi è quindi alcun
cambiamento di regime giuridico: per questo noi attribuiamo la notte
di cui si tratta al giorno che l’ha preceduta ( ).
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“…il coito ( a a )”, vale a dire l’accoppiamento ( imā ) “con le vostre donne
(ilā i ā i-kum)”. Egli ha usato il termine i ā e non ha detto “le vostre
spose” o qualcosa di simile, poiché questo termine contiene una idea di
ritardo (ta ): in ef etti per esse la possibilità (ḥukm) dell’unione sessuale
è stata ritardata durante il tempo del digiuno f no alla notte; quando
208 Contrariamente ai giorni della settimana, in cui la notte precede il giorno con cui
è legata.