Page 197 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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196 al-Futūḥāt al-makkiyya
tratta di una lingua dialettale che l’Inviato di Allah, che Allah faccia
scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, ha usato in un consesso in cui
c’era chi usava questo idioma.
Con ciò, chi è in grado di fare il digiuno ininterrotto in questi sei
giorni, ciò è più appropriato [per lui], essendo conforme al senso
letterale dell’espressione. Il digiuno ininterrotto non è stato vietato con
un divieto che lo rendesse illecito ( a y taḥ m), poiché egli, che Allah
faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, aveva in considerazione in
quello la compassione e la misericordia per il lato esteriore degli uomini,
af nché non si addossassero [638] in quello il carico della dif coltà e
dell’angustia. Se fosse stato vietato per Legge (ḥa ām), egli, che Allah
faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, non avrebbe digiunato
ininterrottamente in essi, ed è stato tramandato che egli, che Allah faccia
scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, ha detto: “Certo questa religione
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( ) è solida (mat ), quindi dedicatevi ad essa con garbo ( i )” ( ), ed
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ha detto: “Chi rende dif cile questa religione, essa lo sconf ggerà” ( ).
Muslim ha riferito, sull’autorità di Anas ibn Mālik, che: “L’Inviato di
Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, digiunò
ininterrottamente alla f ne del mese di Ramaḍān ed alcuni musulmani
digiunarono anche loro ininterrottamente. Quando venne a sapere
di ciò disse: “Se il mese fosse continuato per noi avremmo digiunato
ininterrottamente sì che coloro che hanno ecceduto nel loro sforzo
avrebbero abbandonato il loro eccesso (ta ammu ). Chi è capace di
digiunare ininterrottamente tutti i giorni, digiuni ininterrottamente
ogni giorno f no all’aurora ( aḥa )” ( ), includendo la notte nel digiuno,
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e colui che è qualif cato dall’essere all’oscuro lo è per l’esistenza della notte in questo
versetto. Il giorno è un velo su di essa, poi viene separata da esso, cioè viene tolta, ed
ecco essi sono all’oscuro, cioè appare la notte, il cui regime è l’oscurità, e gli uomini
restano all’oscuro. Il possibile, anche se esistente, è [permanentemente] nel regime di
ciò che non è esistente (ma ūm)”; [Cap. 289 (II 647.20)] “L’Altissimo ha detto: “Ed è
un segno per loro la notte, da cui togliamo il giorno”. Sappi che la luce è nascosta nelle
tenebre e se non ci fosse la luce non ci sarebbero le tenebre: Egli non ha detto “da cui
togliamo la luce”, poiché se avesse preso da essa la luce cesserebbe l’esistenza delle
tenebre”.
274 a riportato da Ibn Ḥanbal, III-199.
275 a riportato da al-Buḫārī, II-29, an-Nasāʾī, e da Ibn Ḥanbal.
276 a riportato da al-Buḫārī, XCIV-9, Muslim, XIII-59 e 60, e da Ibn Ḥanbal.