Page 197 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            tratta di una lingua dialettale che l’Inviato di Allah, che Allah faccia
            scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, ha usato in un consesso in cui
            c’era chi usava questo idioma.

            Con  ciò,  chi  è  in  grado  di  fare  il  digiuno  ininterrotto  in  questi  sei
            giorni,  ciò  è  più  appropriato  [per  lui],  essendo  conforme  al  senso
            letterale dell’espressione. Il digiuno ininterrotto non è stato vietato con
            un divieto che lo rendesse illecito ( a y taḥ  m), poiché egli, che Allah
            faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, aveva in considerazione in
            quello la compassione e la misericordia per il lato esteriore degli uomini,
            af  nché non si addossassero [638] in quello il carico della dif  coltà e
            dell’angustia. Se fosse stato vietato per Legge (ḥa ām), egli, che Allah
            faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, non avrebbe digiunato
            ininterrottamente in essi, ed è stato tramandato che egli, che Allah faccia
            scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, ha detto: “Certo questa religione
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            (   ) è solida (mat  ), quindi dedicatevi ad essa con garbo ( i  )” ( ), ed
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            ha detto: “Chi rende dif  cile questa religione, essa lo sconf ggerà” ( ).
            Muslim ha riferito, sull’autorità di Anas ibn Mālik, che: “L’Inviato di
            Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, digiunò
            ininterrottamente alla f ne del mese di Ramaḍān ed alcuni musulmani
            digiunarono  anche  loro  ininterrottamente.  Quando  venne  a  sapere
            di ciò disse: “Se il mese fosse continuato per noi avremmo digiunato
            ininterrottamente  sì  che  coloro  che  hanno  ecceduto  nel  loro  sforzo
            avrebbero  abbandonato  il  loro  eccesso  (ta ammu ).  Chi  è  capace  di
            digiunare  ininterrottamente  tutti  i  giorni,  digiuni  ininterrottamente
            ogni giorno f no all’aurora ( aḥa )” ( ), includendo la notte nel digiuno,
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            e colui che è qualif cato dall’essere all’oscuro lo è per l’esistenza della notte in questo
            versetto. Il giorno è un velo su di essa, poi viene separata da esso, cioè viene tolta, ed
            ecco essi sono all’oscuro, cioè appare la notte, il cui regime è l’oscurità, e gli uomini
            restano all’oscuro. Il possibile, anche se esistente, è [permanentemente] nel regime di
            ciò che non è esistente (ma  ūm)”; [Cap. 289 (II 647.20)] “L’Altissimo ha detto: “Ed è
            un segno per loro la notte, da cui togliamo il giorno”. Sappi che la luce è nascosta nelle
            tenebre e se non ci fosse la luce non ci sarebbero le tenebre: Egli non ha detto “da cui
            togliamo la luce”, poiché se avesse preso da essa la luce cesserebbe l’esistenza delle
            tenebre”.
            274  a    riportato da Ibn Ḥanbal, III-199.
            275  a    riportato da al-Buḫārī, II-29, an-Nasāʾī, e da Ibn Ḥanbal.
            276  a    riportato da al-Buḫārī, XCIV-9, Muslim, XIII-59 e 60, e da Ibn Ḥanbal.
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