Page 201 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            L’altra trasposizione accreditata riguardo al digiuno di questi giorni,
            in quanto sei e non altro, è che Allah, l’Altissimo, “ha creato i Cieli e
            la Terra e ciò che sta in mezzo ad essi in sei giorni” (Cor. L-38) e che
            siamo noi l’oggetto voluto di questa creazione. Egli, in questi sei giorni,
            ha quindi manifestato, a causa nostra, ciò che ha manifestato delle cose
            create, come è stato riportato nella notif cazione ( ), ed Egli, Gloria a
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            Lui, era [quindi all’opera] per noi in quei giorni. Quindi ha stabilito per
            noi il digiuno di questi sei giorni in corrispondenza con quelli, af  nché
            fossimo caratterizzati in essi da ciò che appartiene a Lui, cioè il digiuno,
            così come Egli Si è caratterizzato con ciò che appartiene a noi, cioè la
            creazione.

            Per questo Aḥmad as-Sabtī, f glio del Principe dei credenti Harūn ar-
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            Rašīd ( ), digiunava sei giorni a partire da ogni Venerdì, occupandosi
            in essi dell’atto di adorazione, e quando era il giorno di Sabato [o del
            riposo] si dedicava ad una attività che gli consentiva di mangiare per il
            resto della settimana. Per questo si chiamava as-Sabtī.
            Lo incontrai durante la circumambulazione dopo la  alāt del Venerdì.
            Io stavo circumambulando e non lo riconobbi: tuttavia vidi che lui ed
            il suo stato erano strani durante la circumambulazione, in quanto non
            lo vedevo spingere, né essere spinto. Egli passava tra due uomini senza
            separarli. Dissi a me stesso: “Questo è uno spirito che ha assunto for-

            283 “O f glio di Adamo, ho creato te a causa Mia ed ho creato le cose a causa tua”, ḥa
             u    riportato ne “ a  i        lumi    ”, pag. 86.
            284  Harūn  ar-Rašīd,  reso  celebre  in  Occidente  dalle   ill      u a    tt ,  fu  il  quinto
            Calif o abbasside e morì all’età di 44 anni nell’anno 193 dall’Egira. Ahmad as-Sabtī fu
            il primo dei suoi f gli, avuto da una donna di nome Zubayda, che aveva sposato prima
            di essere nominato Calif o. Quando Harūn ar-Rašīd seppe che ella aspettava un f glio,
            la mandò a Baṣra, ed Aḥmad non incontrò mai suo padre, pur sapendo chi era. Aḥmad
            visse lavorando l’argilla, solo di sabato, e morì giovane a Bagdād, intorno alla ventina,
            nell’anno 184 dall’Egira per una malattia. Aḥmad fece pervenire dopo la sua morte al
            Calif o un anello/sigillo ( ātim) con incastonato un giacinto rosso, che Harūn ar-Rašīd
            aveva lasciato in dono a sua madre, e fece dire, lui che era il Polo dell’epoca, a suo
            padre, che era il Calif o esteriore: “Povero te, non morire in questa tua ebbrezza ( ak a ,
            poiché se morirai in questa tua ebbrezza te ne dovrai pentire”. Ahmad as-Sabtī non è
            citato nelle raccolte di vite o detti di Ṣūfī di al-Qušayrī, di as-Sulāmī, di al-ʿAṭṭār e di
            aš-Šaʿrānī, ma la sua storia è riportata da Ibn Kaṯīr, da Ibn al-Ǧawzī e da Abū Nuʿaym
            al-Isbahānī. Può stupire la giovane età in cui fu investito della funzione di Polo, ma
            d’altra parte Ibn ʿArabī riconosce il ruolo di Polo anche a Muʿawiya ibn Yazīd, [II 6.30]
            che fu Calif o per meno di due mesi e che morì all’età di 21 anni.
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