Page 203 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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202 al-Futūḥāt al-makkiyya
Quando tornai al posto dove stavo insieme agli altri, uno dei miei com-
pagni che erano vicini, che si chiamava Nubayl ibn Ḫazr ibn Ḫazrūn
che io vi ponessi immediatamente il mio. Il mio pensiero era concentrato su di lui
ed il mio sguardo f sso su di lui, af nché non mi sfuggisse. Passai tra i due uomini
accostati tra di loro attraverso i quali egli era passato prima di me e li superai come
egli li aveva superati, senza separarli, il che mi stupì. Quando ebbe completato le
sette circumambulazioni e si apprestava ad allontanarsi, lo af errai e lo salutai. Egli
ricambiò il saluto sorridendomi, mentre io non smettevo di guardarlo per timore che
mi sfuggisse, poiché non avevo dubbi che si trattasse di uno spirito che aveva assunto
forma corporea e sapevo che lo sguardo lo teneva vincolato [ italia i i a a
a a l ua ]. Gli dissi: “So che sei uno spirito che ha preso corpo”, ed
egli mi rispose che avevo detto giusto. Gli chiesi: “Chi sei, Allah abbia Misericordia
di te?”, ed egli rispose: “Io sono as-Sabtī, f glio di Harūn ar-Rašīd”. Gli dissi allora:
“Vorrei farti alcune domande sul tuo stato spirituale quando eri in questo mondo”
ed egli rispose: “Parla” Continuai allora dicendo: “Mi è stato riferito che sei stato
soprannominato as-Sabtī perché lavoravi di Sabato in modo da acquisire il nutrimento
necessario per il resto della settimana”. Egli commentò: “Ciò che ti è stato riferito
è esatto” Gli chiesi allora: “Perché hai scelto il Sabato piuttosto che un altro giorno
della settimana?”, ed egli rispose: “La tua domanda è pertinente. Avevo appreso che
Allah aveva cominciato la creazione del Mondo di Domenica e l’aveva completata di
Venerdì; quando arrivò Sabato Egli Si stese, pose una delle Sue gambe sull’altra e
disse: Io sono il Re! Questo è quanto mi era stato riferito quando vivevo in questo
mondo. Mi son detto allora “Per Allah! Agirò di conseguenza”. Mi consacrai dunque
all’adorazione di Allah da Domenica f no all’ultimo dei sei giorni, senza occuparmi di
null’altro e dicendomi: “Come Egli Si è occupato di noi con sollecitudine durante questi
sei giorni, io mi dedicherò, per quanto mi riguarda, unicamente alla Sua adorazione,
senza mescolarvi alcuna occupazione personale. Di Sabato, in compenso, mi occuperò
di me stesso e mi procurerò di che sussistere per il resto della settimana”, come è stato
riferito nello ḥa del Suo accavallare una gamba sull’altra e del Suo detto: Io sono
il Re!”, ed Allah mi diede un’apertura spirituale ( atḥ) riguardo a quello”. Gli chiesi:
“Chi era il Polo del tempo quando eri in vita?”, ed egli rispose: “Io, lo dico senza
alcuna vanagloria”. Gli dissi allora: “Ne ho avuto la conoscenza in un avvenimento
spirituale”, ed egli commentò: “Colui che ti ha dato questa conoscenza ha detto il
vero”. Poi mi disse: “Col tuo permesso (ʿa am i-ka)”, volendo congedarsi. Gli dissi: “Ciò
spetta a te” ed egli mi salutò af ettuosamente e si allontanò. Alcuni dei miei compagni,
insieme ad altri, mi aspettavano perché erano occupati nella “ i i a i ll i
t a i i ali” di al-Gazālī, Allah abbia Misericordia di lui, e quando completai le due
ak āt della circumambulazione ed arrivai da loro, uno di essi, Nubayl ibn Ḫazr ibn
Ḫazrūn as-Sabtī, mi disse: “Ti abbiamo visto parlare con un estraneo, di bell’aspetto
e conformazione, che non riconosciamo tra i vicini [della Mecca]: chi era e quando è
arrivato?” Io tacqui e non dissi loro nulla della sua costituzione naturale, se non ad
alcuni dei miei compagni, e quando li informai della sua storia rimasero molto stupiti.”.
Ibn ʿArabī cita inoltre Aḥmad as-Sabtī nel Cap. 73 [II 6.31, 15.29] e nel poema iniziale
del Cap. 396 [III 558.14].