Page 199 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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198 al-Futūḥāt al-makkiyya
ha fatto di esso un rito che non ha simile. Quando colui che digiuna
separa con la rottura i due giorni non continua, e se non rompe realizza
la continuità. Con quello indica la congiunzione ( āl) del digiuno del
servitore con il digiuno attribuito al Vero, perché sia chiaro per lui che
il servitore partecipa alla trascendenza (ta ) con il digiuno, come del
digiuno appartiene al Vero la trascendenza: ciò è una bella notif cazione
per i conoscitori. E così è nella realtà delle cose: al servitore appartiene
una trascendenza ( ) che gli è propria, soprattutto quando la sua opera
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consiste nella trascendenza del Vero [come nel caso del digiuno], poiché
la sua opera torna a suo vantaggio [o: si riferisce a Lui] ed essa è la tra-
scendenza. La trascendenza del Vero non consiste nell’af ermazione di
trascendenza di ciò che è trascendente (mu a a , ma Egli, l’Altissimo,
è l’Essenza trascendente per Se stessa, non siamo noi ad af ermare la
Sua trascendenza. Per questo la nostra trascendenza torna a nostro
vantaggio, mentre altri che noi sono esclusi da essa (ḥ a ḥu ima- u ay u-
ā). Quindi, chi è in grado di continuare ininterrottamente in questi sei
giorni, [fa] ciò [che] è più degno (aḥa ) e più appropriato (a lā).
Se uno trova una trascrizione ( a l) dall’arabo nella lingua con l’elisione
della “ ā ” riguardo al numero maschile giudica lo ḥa secondo quella
lingua. Ci è stato riferito che quando Allah fece scendere sul Suo Profe-
ta, che Allah faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace, [il versetto]:
“ed essi tramarono una astuzia molto grande (ku ā )” (Cor. LXXI-22),
i presenti non conoscevano questo idioma (laḥ ) e non capivano il suo
signif cato. In quel mentre arrivò un arabo del deserto che si avvicinò
come uno straniero, entrò dall’Inviato di Allah, che Allah faccia scende-
re su di lui la Sua alāt e la Pace, e lo salutò dicendo: “O Muḥammad, io
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sono un uomo tra i più grandi (ku ā ) della mia gente” ( ), ed i presenti
seppero allora che questa espressione era stata rivelata con l’idioma di
quell’arabo e dei suoi compagni, e così capirono il suo signif cato. Non
è escluso che l’elisione della “ ā ” sia ammessa per i numeri maschili
nel dialetto di alcuni arabi, e se così fosse ciò non inf cerebbe quanto
noi abbiamo considerato per esso delle realtà essenziali che abbiamo
contemplato. Il Legislatore sapiente ha inteso entrambe le cose insieme
279 Il termine ta può indicare sia la trascendenza o incomparabilità in se stessa, sia
l’af ermazione della trascendenza del Vero da parte del servitore.
280 a non recensito nelle raccolte canoniche.