Page 219 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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218                                         al-Futūḥāt al-makkiyya

            La scienza a cui incitava Abū Ḥāmid ed altri suoi simili, concernente
            i segreti degli atti di adorazione e di altri atti, non è estranea a quella
            dimora in cui si troverà l’uomo dopo la morte; anzi quella è la sua Pre-
            senza e quello è il suo luogo. Non resta quindi come scienza estranea a
            quel luogo se non la scienza di cui si occupava in questo mondo, quale
            la scienza del divorzio, del matrimonio, dei contratti, dell’agricoltura e
            le scienze dei giudizi legali che sono connessi con questo mondo e che
            non hanno alcuna correlazione con l’aldilà, perché con la morte l’uomo
            si separa da esso [cioè da questo mondo]. Queste scienze sono quelle
            estranee alla dimora dell’aldilà e così pure la geometria, l’astrologia ed
            altre scienze simili che non hanno alcuna utilità se non nella dimora di
            questo mondo. E anche se al servitore spetta la ricompensa in esse per
            quanto concerne il suo proposito e la sua intenzione, il bene che ne rica-
            va è il suo proposito e la sua intenzione, non la scienza stessa. La scienza
            segue il suo oggetto e questo oggetto di scienza (ma lūm) ha una proprietà
            (ḥukm) in questo mondo, non nell’aldilà. È come se [Abū Ḥāmid] avesse
            detto nel sogno che lo riguardava: “Se ci fossimo occupati per il tempo
            in cui ci siamo occupati di questa scienza estranea a questa dimora,
            della scienza che si addice ad essa e che questa sede esige, avremmo
            ottenuto un bene immenso. Quindi abbiamo mancato il bene di questa
            dimora nella misura in cui ci siamo occupati della scienza che è con-
            nessa con la dimora di questo mondo”. Questa è l’interpretazione del
            sogno che quel tale ha fatto, non quella che essi hanno menzionato. Se
            fossero intelligenti avrebbero capito il suo detto: “la scienza strana”. Se
            avesse voluto intendere la sua scienza dei segreti degli atti di adorazione
            e di ciò che è connesso con l’altro mondo, non si tratterebbe di una
            scienza estranea poiché invero quella è la sua sede. L’estraneità infatti è
            per il distacco dal luogo di origine. Quindi si conferma ciò che abbiamo
            menzionato.

            Guardati dall’essere velato da queste scienze divine e dell’aldilà e ap-
            prendi le scienze della Legge nella misura di ciò di cui hai bisogno per-
            ché ti è necessario cercarlo in modo specif co. E dì: “Signore, accrescimi
            in scienza!”, costantemente in questo e nell’altro mondo.
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