Page 239 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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238                                         al-Futūḥāt al-makkiyya

            L’intenzione dei conoscitori nel loro digiuno è diversa. Alcuni digiunano
            di Domenica specif camente perché è [il giorno dell’] Uno ( ), in quanto
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            l’Uno è un Attributo di trascendenza che appartiene al Vero. Allo stesso
            modo, il digiuno è un attributo di trascendenza e di un luogo di difesa
            (ḥimā) inattaccabile, in quanto a colui che digiuna è vietato prendere la
            quota spettante all’anima mangiando o avendo rapporti sessuali. Inoltre
            egli si trattiene dal compiere atti biasimevoli, poiché a colui che digiuna
            è vietata la maldicenza, l’oscenità, la sciocchezza o l’essere qualif cato
            da qualcosa che la Legge tradizionale biasima in questa condizione.
            Vi  è  così  una  corrispondenza  tra  lui  e  l’Uno  nell’attributo  della
            trascendenza: questo è il motivo per cui [il conoscitore] digiuna in quel
            giorno. Ciascuno di loro ha una razione d’acqua ( i  ) [cfr. Cor. XXVI-
            155 e LIV-28] nota e la mette in opera con gli attributi più eminenti.

            Questo  è  il  motivo  per  cui  il  digiuno,  [tra  le  quattro  qualità]  della
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            Natura ( a   a , è caratterizzato dal freddo ( ) e dal secco, per via della
            mancanza  di  nutrimento,  e  ciò  è  l’opposto  di  quello  che  la  natura
            cerca. Essa cerca il caldo, ai f ni della vita, e non ciò che è prodotto
            tramite l’attività del caldo [cioè il secco], e cerca l’umido, che è prodotto
            dall’attività del freddo. Così, colui che digiuna controbilancia la natura
            con gli opposti, e la controbilancia sia con la radice che con ciò che è
            prodotto da essa, poiché gli è stato ordinato di contrastare l’anima.

            L’anima è una natura pura che è in contesa con il Dio (al-ilā ) per la
            sua stessa essenza ( āt), in quanto l’esistenza dell’intero mondo corporeo
            dipende  dall’anima  [o  dall’Anima,  a  livello  macrocosmico].  Se  non
            fosse per l’anima, nessuna entità si manifesterebbe nel mondo dei corpi,
            e così l’anima diventa vanitosa e si inorgoglisce (tā at). Quindi viene
            detto allo spirito ( ūḥ) che governa questo corpo elementare (ʿu  u  ) ed a
            cui è stato ordinato di preservare l’equilibrio del corpo f sico e di cercare
            i mezzi della sua integrità: “Quando vedi l’anima naturale in questa
            stazione di vanteria ( a  ) e di superbia ( aylā ), tienila lontana dal cibo,
            dalla bevanda e dal rapporto sessuale, con l’intenzione di contrapporti
            ad  essa  e  di  mantenerti  libero  (ta    )  rispetto  a  ciò  di  cui  la  natura

            342  La  Domenica  in  arabo  si  chiama  «ya m  al-aḥa »,  cioè  letteralmente  “giorno
            dell’Uno”.
            343 Il testo arabo, nelle diverse edizioni, riporta in realtà “il caldo (al-ḥa ā a ”, ma ciò è
            in contraddizione con quanto segue.
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