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      voluttà, riponendo come fondata
      in se medesima, la legge del do
      vere. Nella qual dottrina, sebbene
      primeggi con tutto il vigore, ond'è
      suscettivo, il senso morale, ed op
      pongasi, quanto può, ad un rilas
      sato Eudemonismo, bisogna tutta
      via convenire che la virtù, qual è
      prescritta da Kant, ad altro final
      mente non riducesi che alla neces
      sità di rigorosamente agire in con
      formità e grazia delle leggi sociali.
      Nel che la ragione pratica di Kant
      pare avvicinarsi moltissimo alla dot
      trina dei settici sull'intimo convin
      cimento, non che alle così dette
      prove di sentimento di alcuni mo
      derni. Che anzi essa non differisce
      gran cosa neppure dalla maniera
      volgare di filosofare, per la quale
      i kantisti affettano tanto spregio;
      quella cioè che, disperando conse
      guirne prove convincenti, si attie
      ne alle idee religiose, come a punto
                                at
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