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l'enigmatica chiesa di Sanitn Sulpice, a Parigi. Come gran parte delle opere d'arte presenti in questo tempio, anche
questa pittura mostra diverse allegorie che sono in relazione con la località di Rennes le Château con l'Ordine
mistico del Priorato di Sion cui seguirà in futuro un altro articolo di approfondimento . Si narra della lotta
ingaggiata sulla riva di un guado, tra un Angelo messaggero di Dio e lo stesso Patriarca . Il combattimento dura una
notte intera, finendo con la sconfitta dell'uomo, il quale nominò quel luogo Penuel, ossia il volto di Dio (forse un
richiamo a quelle steli senza viso venerate a Bethel. All'alba l'Angelo se ne andò ribattezzando Giacobbe con il
nome Israele . Il filosofo Edouard Schurè vede nel nome Giacobbe una probabile origine fenicia, ma poi asserisce
che con il prefisso IS (come ad esempio Isacco, Ismaele, Isaia,Iside,Israele) potrebbe designarsi anche un
iniziazione egizia. Ritengo che dietro a quella lotta si nasconda, in realtà, una prova: un rito di affiliazione, come
rivelano la ferita sulla coscia e il ginocchio scoperto del capostipite. Schurè dedicò molto tempo allo studio dei
Grandi Iniziati, analizzò a fondo la letteratura egizia dedicandosi alla figura divina di Ermete Trismegisto. colui che
è definito il maestro dei segreti. Costui, rivolgendosi al suo discepolo Asclepio, disse : Ciò che è eterno non può
essere misurato col breve metro del tempo! . A mio parere queste parole sono da ricollegare al nome di Giacobbe
che in ebraico significa appunto misurazione del tempo. Rileggendo certe pagine dell'opera di Schurè, ho potuto
constatare, con sorpresa, che il sogno di Giacobbe non è una narrazione di origine cattolico cristiana, bensì una
versione popolare della Fiat lux, ossia la Visione di Ermete. Quindi rechiamoci con la fantasia lungo la valle del
Nilo, sui deserti dell'Egitto, dove... Ermete si sente pervaso da una meravigliosa luminescenza, in ondate diafane
sfilavano davanti a lui le forme affascinanti di tutti gli esseri viventi. D'improvviso avvertì un terrificante
tenebrore, sprofondò in un caos umido, fumoso, dove gli apparve il dio Osiride. Il racconto continua con la vista di
uno spettacolo incredibile: l'infinità dello spazio delimitato da 7 cieli in cui l'ultimo era configurato dalla Via Lattea
. Ermete vide la vita con le sue 7 sfere, le 7 divinità cosmogoniche, l'odissea delle anime che, nella loro ascesa e
risalita, raggiungevano la cima con l'energia di una volontà temprata alla lotta (analogia con il quadro di
Delacroix). Osiride concesse ad Ermete di vedere il cielo dell'immortalità.
Nell'episodio si parla di un personaggio che fece da guida al sommo
Ermete, lo gerofante. Secondo quest'ultimo in quella visione, sono
racchiusi dei segni rivelatori << le chiavi magiche per interpretare i numeri
eterni del cosmo, dove una stessa legge organica genera la vita di tutti i mondi >>
.
Le ultime descrizioni di questa storia raffigurano così l'universo visibile e
l'universo trascendente.
Ma dal mondo invisibile , per il momento, torniamo a Rennes le Château,
alla sua chiesa , al suo portale che rievoca l'antico centro di Bethania.
Questo appellativo è usato nella lingua francese col significato di tempio di
una setta dissidente . Al momento mi vengono in mente certe inquietanti
parole trascritte da René Guenon il quale parla di un centro spirituale
stabilito nel mondo e di un organizzazione incaricata di custodire il
deposito della tradizione sacra di origine non umana. Chi si cela dietro a
questa vicenda? Vi era forse o forse vi è tutt'ora, una congrega segreta dietro le
vicissitudini dello' abate Sauniére? Potrebbero essere i Rosacroce oppure la
Prioria di Sion, la quale definì Ordine della Rosa-Crucix Veritatis,
quest'eminenza grigia? Proviamo ad indagare.
Proprio l'episodio de il Sogno di Giacobbe è riprodotto sul frontespizio del
Mutus liber, un libro di sole immagini (fatta eccezione per la copertina), di
glifi che nascondono in se concetti legati all'alchimia, alla cabala,
all'emetismo etc.
Un tempo si diceva che in questo testo erano contenuti tutti i segreti
dell'universo. Fu redatto nel 1677 dai circoli rosa-crociani, per mano di certo
Altus. Nel Mutus liber, l'avvenimento è visto come una metafora dell'ascesa
verso la conoscenza. Scrive André Nataf (18): Gli Angeli suonano la tromba
all'adepto che dorme; il miste è chiamato a rialzarsi, in una realtà che sfugge
alla percezione dei sensi. A quel realtà alludevano gli antichi rosa-croce? A
una realtà onirica o filosofico-spirituale oppure a qualcos'altro? I
rosacrociani studiarono a fondo la
metempsicosi e vedevano l'universo simile ad
un immenso ologramma; come lo ierofante
parlavano di una dimensione visibile e di una
immateriale, nonché di superiori sconosciuti
che dirigono il mondo dell'invisibile. Come
riferì Robert Fludd, a loro sono aperti tutti i
misteri della natura!