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Oltre al Mutus liber , vi erano altri libri in codice su cui i rosacrociani basarono le loro conoscenze, tra questi

      ricordiamo Il sogno di Polifilo; Il giglio e la rosa; Le nozze chimiche di Cristian Rosenkreutz.


































     Sotto la tettoia della chiesa di Rennes le Château è incisa un epigrafe di 17 segni; In hoc signo vinces (con questo

    segno vincerai) seguita da una croce patente. Per la tradizione cattolica si tratta della citazione legata allo scontro
    armato fra l'imperatore romano Costantino e il centurione Massenzio, battaglia avvenuta a Roma presso il ponte
    Milvio, in seguito alla quale avvenne la conversione dell'imperatore e l'espansione del cristianesimo nell'Impero.
            Ma c'è dell'altro. La frase è anche un motto adottato nelle pubblicazioni del Priorato di Sion, una sorta di

     parola d'ordine per certi personaggi, scrittori, prelati e altri accomunati a società segrete.














                                                                              Poi c'è un altra spiegazione che altri studiosi hanno ignorato
                                                                              che vorrei portare all'attenzione del lettore. La tradizione
                                                                              storica dei Rosacroce parla delle gesta del suo fondatore,

                                                                              l'enigmatico cavaliere tedesco Christian Rosenkreutz, vissuto
                                                                              nel XV secolo. Dopo 120 anni dalla sua morte, il suo corpo
                                                                              venne ritrovato in una cripta eptagonale, perfettamente
                                                                              conservato con in mano un libro ornato d'oro, il Mutus Liber.

    Nel romanzo Le nozze chimiche di C.Rosenkreutz (Germania, 1616 a firma di J.Valentin Andreae), è raccontata un
    avventura spirituale iniziata dopo un sogno premonitore e dopo la visita di un Angelo. Seguiamone la traccia. La
    sera della viglia di Pasqua, il cavaliere, assorto fra le sue preghiere rivolte al Padre della Luce, improvvisamente udì

    una voce che lo invitò a rigirarsi. Nel frattempo una bufera di vento si abbatte sulla montagna dove sorgeva la sua
    casa. Pervaso da alterne sensazioni di paura e di pace,l'uomo nel voltarsi scorse dinanzi a lui una donna alata dalla
    folgorante bellezza. Le sue vesti erano allestite con stelle dorate, stringeva in una mano una tromba d'oro sulla
    quale era inciso un nome vietato da rivelare mentre sull'altra portava delle lettere redatte in varie lingue. Sulla

    missiva indirizzata a lui, Rosenkreutz intravide un sigillo con una croce patente e la scritta In hoc signo vinces e
    riconobbe in quel segno qualcosa che non aveva origine da forze diaboliche. In seguito il maestro intraprese un
    viaggio iniziatico verso la conoscenza, il rinnovamento interiore.

     Un pellegrinaggio allegorico durante il quale si dovevano superare delle prove attraverso l'uso di pane, di un vaso
  d'acqua e di sale. Or bene, in una delle rivelazioni fatte dalla governante Marie Denarnaud a un prete di Carcassone,
  si afferma che lei e l'abate Sauniére usavano
   un motto : Pane, Sale e Vaso. A mio parere

   era un modo sottinteso per affermare che
     dietro ai segreti di Rennes le Château ci
    sono i segreti del più famoso degli ordini

                  occulti, i Rosacroce:








         il pane rappresenta il corpo di Gesù
    nell'eucarestia: il Cristo pane della vita , la

         semenza dell'immortalità, ma nelle
     dottrine dei Catari i panis supersubstanzialis era la parola, cioè: la rivelazione dei segreti dello stesso Messia. Il

       vaso potrebbe simboleggiare il Sacro Graal, visto anche come grembo della donna, è inoltre è l'emblema del cuore
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