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Gli ANTICHI gli attribuirono 17

            campagne militari. A Megiddo il BOTTINO
            fu di 193 chili di ORO e argento



            più rischiosa: una stretta strada montana che avreb-  di Jaffa, sempre in Palestina, finse di arrendersi e a
            be esposto l’esercito alle imboscate. In questo modo,   tale scopo chiese di entrare in città con 300 guerrie-
            però, fu lui a sorprendere gli avversari che lo attende-  ri. Ma insieme a essi portò con sé un grande nume-
            vano allo sbocco della direttrice più ovvia. Thutmo-  ro di ceste con dentro, invece dei doni rituali, 200
            si condusse i suoi alla carica e subito le file nemiche   uomini armati che, una volta all’interno delle mura,
            cercarono scampo entro le mura di Megiddo, men-  sorpresero gli abitanti e presero la città.
            tre le truppe egizie si attardarono a saccheggiare il   Ammiraglio. Durante la sua quinta campa-
            campo del re di Qadesh. Il faraone mise dunque sot-  gna Thutmosi cambiò obiettivo, modalità di guer-
            to assedio la città, di fronte alla quale dovette rima-  ra e anche teatro operativo. Trasformandosi in
            nere pare ben sette mesi, prima di riceverne la resa.  ammiraglio.
             Quella di Megiddo è una delle rare battaglie   C’era da sottomettere Tunip, nell’attuale Libano,
            dell’antichità egizia di cui si possa ricostrui re – per   un centinaio di chilometri a nord di Beirut. Thut-
            sommi capi – lo svolgimento. Thutmosi III infatti   mosi decise di mettere insieme una flotta, i cui can-
            si portò dietro, in tutte le sue 17 campagne militari,   tieri furono installati vicino a Menfi, sul Delta del
            uno stuolo di scribi per annotare e celebrare le sue   Nilo. Il faraone concepì poi un sistema logistico di
            imprese a beneficio dei posteri. E gli annali con le   straordinarie proporzioni, individuando una serie
            sue gesta sono rimasti scolpiti sulle pareti del tem-  di basi costiere che avrebbero permesso l’approvvi-
            pio di Amon a Karnak. Sappiamo così che il trion-  gionamento delle navi e lo sbarco di truppe in ogni
            fo di Megiddo fruttò un bottino di 193 chilogram-  campagna sul fronte settentrionale. Utilizzò infatti
            mi d’oro e d’argento, 924 carri, 2mila cavalli e 200   la flotta per trasferire l’intero esercito direttamente
            panoplie (le dotazioni di armamenti per i soldati).   sulla costa libanese, evitando una dura marcia nell’a-
             Sull’onda della vittoria di Megiddo, Thutmosi   spro territorio interno. L’impresa non ebbe l’esito
            guidò personalmente un’avanzata, che travolse, asse-  sperato e Thutmosi dovette accontentarsi di con-
            dio dopo assedio, le città-Stato che si erano ribellate,   quistare alcune città minori.
            aprendosi la strada fino al Mediterraneo. Le campa-  Verso l’Eufrate. In ogni caso, il faraone condot-  CORBIS/GETTY IMAGES
            gne per ristabilire l’autorità egizia nell’area siro-pa-  tiero aveva già deciso di puntare verso l’Eufrate. Sac-
            lestinese continuarono nel triennio seguente, duran-  cheggiò il territorio di Qadesh deportando in Egitto
            te il quale il faraone si impegnò contro i principi più   36 figli dei più importanti principi siriani per edu-
            potenti dell’area in battaglie e assedi.   carli secondo i costumi tebani e poi rimandarli in-
             Una cesta di soldati. Nei suoi assedi Thutmosi   dietro come governanti fantoccio. Poi puntò contro
            III utilizzò – secondo alcuni per la prima volta nella
            Storia – il lancio di frecce incendiarie. In realtà l’arte
            dell’assedio doveva aver fatto parte del bagaglio mili-
            tare dell’antico Egitto fin dal primo faraone Narmer,   Rekhmira, visir e vicefaraone
            alla fine del IV millennio a.C. Le raffigurazioni risa-
            lenti a quell’epoca mostrano città cinte di mura che   “  urati di tutto ciò che accade   egizi, ma in realtà la intrapresero
            il primo unificatore delle terre lungo il Nilo dovet-  nel tuo ufficio perché da ciò   quasi sempre figli di funzionari:
                                                         Cdipende l’ordine dell’intero
            te aver conquistato con la forza. Quelle immagini ci   Paese. La carica di visir non è un   una volta al potere, era lui ad am-
                                                                                    ministrare la giustizia e le finanze
            mostrano gruppi di guerrieri che cercano di forzare   piacere, è un dovere”. Così Thutmosi   pubbliche. Aveva anche preroga-
            e scalzare i battenti delle porte con alcuni pali. Un   III spiegava al neovisir Rekhmira i   tive militari: organizzava la scorta
            altro sistema usato dagli Egizi era quello delle sca-  suoi futuri impegni. Il ciaty, termi-  personale del faraone, dava il suo
            le, in alcuni casi dotate di ruote, per raggiungere gli   ne egizio per visir, aveva infatti un   parere sulla nomina degli ufficiali
            spalti sotto il tiro di copertura degli arcieri, che te-  ruolo chiave nell’amministrazione   ed era informato sullo stato delle
            neva impegnati i difensori.                  del regno: era il braccio destro del   truppe. Che Rekhmira abbia
             C’è però un episodio, avvenuto proprio durante il   faraone, scelto da lui in persona, e   svolto egregiamente il suo lavoro
            regno di Thutmosi III, che dimostra come gli asse-  si occupava di coordinare tutte le   lo sappiamo dalla sontuosità della
                                                         attività del regno.
                                                                                    sua tomba nella necropoli tebana,
            dianti ricorressero talvolta a tranelli degni del caval-  Numero due. In teoria la carriera   una delle più belle arrivate fino ai
            lo di Troia escogitato da Ulisse. Uno dei comandan-  del visir era aperta a tutti i sudditi   giorni nostri.
            ti del faraone, di nome Thot, impegnato nell’assedio

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