Page 22 - Giugno 2017 interno finale 2
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Cosa vuol dire “prete modello base”? In ordine orario:
1)Don Murgia disegna (foto di Barbara Macis)
Credo che significhi andare all’essenza del mio mi- 2)San Michele Arcangelo, cesello in argento
nistero: prendere la mia vita, unita a quella di Gesù
Cristo, e metterla al servizio di chi mi sta intorno. realizzato su disegno di Don Murgia per la
parrocchia di San Michele a Bono
Che differenza c’è tra essere prete come tu lo in- 3) Taccuino da schizzi
tendi e “il prete” così come molti lo immaginano? 4) Sede e altare della chiesa di Sant’Antonio
realizzati su progetto di Don Murgia (marmo
Se parliamo del modello culturale - per intenderci
quello che passa nei film o in tv o nella letteratura - e trachite)
credo che la differenza risieda nella mia mancanza di
filtri. Io non intendo la mia vita come un “ruolo” o un
“servizio part-time” ma sono convinto che tutto ciò
che sono faccia parte della missione che tento di rea-
lizzare. Per me non ci sono impegni che possono es-
sere considerati diversi da ciò che faccio dall’altare
alla sagrestia. Faccio tutto in maniera integrata. Ciò
che passa forse nella cultura contemporanea è che
il prete sia qualcuno che abbia una vita sdoppiata:
una funzione pubblica e delle zone di privacy in cui
questo ufficio non si manifesta. Spero invece che ciò “L’altra metà è “uomo felice”. Sono
che si percepisce di me sia l’esatto opposto, perché
tutto ciò che faccio e che sono fa parte di un’unica
missione. “Prete modello base” è solo una parte del- convinto - e penso di non essere
la definizione che vorrei rappresentasse una sorta di
mio testamento quando non ci sarò più. L’altra metà lontano dalla verità - che essere cri-
è “uomo felice”. Sono convinto - e penso di non esse-
re lontano dalla verità - che essere cristiani, credenti
e portatori di quella parola buona di duemila anni stiani, credenti e portatori di quella
fa, significhi necessariamente essere anche felici. Il
cristianesimo che non è felice - anche nella miseria
umana e nei piccoli e grandi drammi che contraddi- parola buona di duemila anni fa,
stinguono le nostre vite - non può essere tollerabile
nel 2017. Dopo tanti secoli di riflessione, meditazio- significhi necessariamente essere
ne e buoni esempi, il cristianesimo non può identifi-
carsi nel conformismo, nella rassegnazione o in una
struttura estrinseca rispetto a ciò che dovrebbe essere anche felici”.
un cristiano vero.
Quindi non c’è uno stacco tra “Michele Murgia” e
“Don Michele Murgia”?
No, non c’è uno stacco dal punto di vista delle attivi-
tà, del pensiero e del carattere. C’è un’integrazione
semmai che mi porta, come sacerdote, a sublimare
certi aspetti della mia personalità e del mio essere
che normalmente sono concessi a tutti i “comuni
mortali” mentre un prete, in quanto uomo di Spirito
ed esponente di un certo tipo di saggezza, dovrebbe
limare. E quindi da questo punto di vista che Don Mi-
chele è prete anche per Michele.
Questo tuo atteggiamento così aperto, anche nel
messaggio che porti agli altri, ti ha creato dei pro-
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