Page 24 - Giugno 2017 interno finale 2
P. 24

blemi?                                                riflettevo su quanta precisione, nel controllo dei ma-
                                                                 teriali e delle strutture, ci viene richiesta in quanto
           Come tutti anche io posso piacere o non piacere ed  tecnici,  mi sono domandato: “Ma tutta questa preci-
           essere portatore di qualcosa di condivisibile oppure  sione come la impariamo e come la esercitiamo inve-
           di problematico. E’ chiaro che non piaccio a tutti. Ci  ce nei confronti delle persone?” e lì c’è stato il primo
           sono molte persone che, almeno secondo me, hanno  “patatrac”! Perché mi sono detto che almeno sulla
           un’idea preconfezionata di realtà. Questo non mi va e  carta avrei potuto fare un edificio perfetto ma chi mi
           non posso venirci a patti. Siccome sono uno che non  incontra che tipo di precisione o di aiuto ha da me
           fa compromessi è ovvio che io non vada a genio a  come essere umano? E’ stato l’inizio di una scintilla
           coloro che invece il compromesso lo amano.            di sensibilità diversa nei confronti dell’uomo. Prima
                                                                 c’ero solo io e i miei progetti, invece da lì in poi ho
           Sei molto attivo sui social network e padroneggi  iniziato ad interrogarmi sul mio ruolo all’interno del-
           l’utilizzo di mezzi comunicativi moderni per espri-   la famiglia umana, facendo nascere in modo sempre
           mere il tuo messaggio. Che efficacia può avere il  più concreto l’idea di mettermi al servizio.
           social in questo?
                                                                 Che ruolo ha l’arte nella tua vita?
           Sono convinto che, come tutti gli strumenti, anche i
           social network abbiano aspetti di forza e di debolezza,  Credo  che  sia  fondamentale  perché  tutti  i  primi
           ma questo vale per qualsiasi cosa. Sembra che io ab-  vent’anni  della  mia  vita  li  ho  costruiti  intorno  al
           bia fortuna nell’utilizzo di questi sistemi quindi tutto  grande fascino per l’arte in ogni sua forma. Forse un
           ciò che posso fare di bene, anche per il mio ministero,  po’ meno la musica, perché la ascolto ma non sono in
           mi spinge ad usarli. Caratterialmente non sono per  grado di suonare. Non mi sono mai confrontato con la
           niente “social” per cui lo considero quasi una sorta  scultura se non per pochissimi episodi ma sono ugual-
           di sfida nei confronti di me stesso. Imparare a saper  mente fortunato perché ho una buona mano e posso
           parlare con le persone, preoccupandosi di quello che  disegnare e dipingere. L’arte è il percorso spirituale
           loro ascoltano, leggono e capiscono, è il 90% di quel-  più facile da iniziare, quindi grazie un po’ all’archi-
           lo che un prete dovrebbe essere. Da questo punto di  tettura, alla passione per i “pasticci” e alla grande
           vista considero il social una grande scuola.          ammirazione che nutro per chi coltiva il proprio spi-
                                                                 rito nella ricerca della bellezza, posso dire che l’arte
           Quando eri bambino pensavi di diventare un futu-      è stata importante. Credo che senza l’arte non sarei
           ro sacerdote?                                         mai arrivato a chiedermi davanti uno specchio: “Chi
                                                                 sei? Cosa stai facendo?”
           No, non ho mai pensato a me come prete. Non mi in-
           teressavano particolarmente né il catechismo, né le  Quindi l‘arte ha contribuito anche all’inizio  del
           altre realtà della chiesa. Infatti quando scherzo dico  tuo personale percorso spirituale?
           sempre di essere stato un bambino “normale”: non
           facevo il chierichetto, a scuola non facevo l’ora di re-  Direi che non solo ha contribuito ma è stata fonda-
           ligione e non essendo uno sportivo non andavo nem-    mentale! Credo che sia partito tutto da lì, tanto è vero
           meno a giocare all’oratorio. Devo dire che però da  che studiavo architettura pensando che avrei realiz-
           bambino non mi sarebbe dispiaciuta l’idea di diven-   zato edifici capaci di mettere in contatto l’uomo con il
           tare Papa perché volevo diventare Imperatore (ride,  proprio spirito. Non mi interessava fare semplicemen-
           n.d.r.). Siccome non mi volevo sposare, come quasi  te qualcosa di funzionale. Mi interessava l’atteggia-
           tutti i bambini, diventare re senza il matrimonio non  mento spirituale delle persone che avrebbero abitato
           rendeva  l’idea,  quindi  l’unica  strada  possibile  nel  gli spazi da me pensati. Ero piuttosto “metafisico”
           mio immaginario era quella di diventare Imperatore! nei miei progetti e questo incuriosiva abbastanza an-
                                                                 che i docenti.
           E come è accaduto che invece la tua vita ti portasse
           verso il sacerdozio?                                  E ora che sei sacerdote c’è ancora spazio per l’arte
                                                                 nella tua vita?
           Studiavo architettura a Roma, non ero affascinato da
           nessuna idea religiosa, anzi come molti ragazzi ero  Assolutamente sì. Diciamo che “gioco-forza” occupa
           parecchio contrario all’idea del cristianesimo come  i ritagli, un po’ come i fogli delle agendine che mi
           scelta di vita. Stavo bilanciando una capriata di Po-  accompagnano dappertutto. Ho sempre con me una
           lonceau - chi è addentro alla statica e alla scienza  matita con una mina abbastanza dura, in genere una
           delle costruzioni sa di cosa sto parlando - e mentre  2H, perché mi piace incidere la carta. Sono un ap-


           24
   19   20   21   22   23   24   25   26   27   28   29