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Presso le suore del Getzemani a Sassari, ammirati per lu-
           minosa freschezza, vi sono due grandi quadri ad olio su
           tela di Remo Branca, rappresentanti soggetti religiosi. Essi
           possono essere considerati  le opere mature  dell’artista.
           Egli realizzò i grandiosi dipinti, a Roma, dopo mesi e mesi
           di lavoro nell’anno 1983. Uno di questi quadri di notevoli
           dimensioni (mt. 2X3) raffigura il servo di Dio, Padre Man-
           zella che consegna alle suore la regola della congregazione
           da lui fondata. Ed è su Giovanni Battista Manzella che egli
           scrisse il libro: “Il Signor Manzella, il Santo che ho cono-
           sciuto”, opera che ottenne un vero successo editoriale. A
           Fonni (NU) egli volle dedicare, nella chiesa di Santa Cro-
           ce, un altare alla Madonna di Fatima che venne benedetto
           dal Cardinale Sebastiano Baggio in una festa di popolo.
           Tenuto in grande considerazione dai Pontefici, egli dedicò
           una xilografia al Santo padre Paolo VI, mentre il Pontefice
           Giovanni Paolo 2°, in udienza privata, ne apprezzò note-
           volmente le opere. Fedele al Vangelo come regola di vita,
           dedicò tutto sé stesso alla professione di fede, sviluppando
           un itinerario morale per la vita cristiana. La sua espressio-
           ne artistica e la sua letteratura sono collegate al profondo
           significato dell’opera di Grazia Deledda e Sebastiano Sat-
           ta.  Il ricordo del grande Maestro Remo Branca non potrà
           essere cancellato dal tempo. La sua arte non è stata un fuo-
           co  di  paglia  che  si  è  spento  subito  ma,  come  diceva  In
           Gres, «La buona pittura invecchia bene, la cattiva male».
           Oggi sarebbe opportuno ordinare una sua mostra retrospet-
           tiva per rendere possibile ammirare le sue buone e autenti-
           che qualità, e non solo: per questi suoi merito verso l’arte
           e la Sardegna sarebbe giusto apporre una lapide alla me-
           moria dell’artista che la sua città, Sassari, sembra aver di-
           menticato, riconoscendo in tal modo la forza originale di
           questo nostro insigne maestro che, insieme agli altri nomi
           di gloriosi artisti, ha fatto di Sassari un capoluogo della
           pittura. Remo Branca, fin da giovane, non ebbe maestri e
           rappresenta nell’arte il talento originale, oltre a personifi-
           care le più stimolanti energie dell’intelligenza e della fede.
           Morì a Roma il 26 luglio del 1988.































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