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fatori. Si sconfiggeva finalmente il nemico pidocchio... peg-
giore dei nostri aguzzini presenti e passati. Nel vedere le
nostre ciocche di capelli sporchi, arruffati, brulicanti di pidoc-
chi, che scomparivano dentro i bidoni ci ridiede la gioia di
vivere.
Sotto la doccia calda, con sapone rudimentale ma efficace, ci
ricordammo che la pulizia e’ una grande bella cosa! Ricomin-
ciammo a sentire il flusso del sangue, il battere del cuore piu'
sicuro!
Passammo in un altro camerone per essere rivestiti al com-
pleto, con vestiti puliti, pesanti e nuovi. Nuovi, per modo di
dire perche' erano le uniformi di migliaia e migliaia di soldati
russi. morti in battaglia. Loro non ne avevano piu’ bisogno
noi si e ci stavamo bene dentro. Fummo rivestiti dalle scarpe
al cappello, senza pagare un soldo, per la generosita' dei nostri
alleati russi. Era tempo che facessero qualche cosa per noi.
Poi ci diedero un numero, e diventammo parte dell'esercito
russo.
La mia uniforme doveva essere appartenuta a qualche mezzo
ufficíaletto, era di buon materiale. Naturalmente ci ballavo
dentro ma mi sentivo cosi’ contento, cosi’ nuovo, che comin-
ciai a saltare per la gioia. Chi conosce la miseria sì accontenta
di poco!
Quando il nostro gruppo ebbe finìto di rimettersi a nuovo, in
fila marciammo verso il cortile e li’ rincontraì Gennarino e