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“Gennari’ sei sempre il solito, napoletano sognatore e scostu-
mato.”
“Calo’ sono tre anni che quella bella guagliona mi aspetta, ci
dovevamo sposare prima della mia chiamata alla naia, ma la
sua mamma e la mia hanno deciso: “Genna’ aspetta che
finisca questa maledetta guerra e poi faremo una bella
festa!....Ti sposerai alla Madonna di Pompei…. Vedrai fig-
lio!”
Si stava entrando alla stazione. Ci avviarono su un tronco di
ferrovia fuori mano, dove ci aspettava una tradotta, tutti carri
bestiame con le porte spalancate
“Sessanta per carrozza...sessanta per carrozza, avanti march!”
“Treno direttissimo Odessa-Roma, senza fermate intermedie,
con cuccette letto, pasti caldi tre volte al giorno, serviti da
bellessime signorine russe” Cosi’ borbottava Gennarino, men-
tre si entrava nelle gabbie di ferro
Accomodati alla meno peggio, comincio’ la discussione:
“Dove ci portano?” “Verso l’Italia si capisce! Dove vuoi che
ci portano?”
“Non mi fido di questi russi...ho paura che portano in Sibe-
ria”.
“Ma che Siberia! In Italia… a casa… a casa!”
Gli ufficiali che sono con noi penso possono sapere che di-
rezione ha preso il treno; Si va verso Nord o verso Sud? “