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A CAVALLO SULLA GROPPA DI UN
ASINO
“Ora siete liberi. Siete soldati in congedo. Potete tornare a
casa con la prima tradotta che e’ diretta alle vostre parti.
Prima di partire passate all'ufficio postale militare. fate un
telegramma a casa, con la speranza che il telegramma arrivi
prima di voi. Reduci da tutti i fronti buona fortuna e che Dio
vi accompagni”. E le file si sciolsero per l'ultima volta.
“Chi e’ diretto verso Napoli... verso la Calabria... verso la Si-
cilia? Si fa un gruppo e viaggiamo assieme?”. Si formo’ un
gruppo massiccio. tra cui il mio paesano Giuseppe ed altri dei
paesi vicini... e non ci poteva mancare Gennarino che sem-
brava avesse la febbre alta, febbre per Napoli e per quella
bella guagliona. Lasciammo il campo di smistamento e ci
avviammo alla stazione. Saltavamo, cantavamo, ci burlavamo
meravigliosamente come i soldati in congedo sanno fare. Ogni
tanto ci fermavamo davanti alle vetrine, facendo finta di am-
mirare quello che c’era dentro, in verita’ ci specchiavamo per
renderci conto che figura facevamo dentro quel vestiti
borghesi. Se poi incontravamo qualche ragazza, allora si ri-
tornava galletti come nei tempi migliori
“Calo', che te ne pare ... ?”.
“Sarai un fulmine e mezzo per quella bella ragazza che ti as-
petta”.