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emo prima di notte saremo fortunate”.
La nave traghetto si mosse lentamente
“Si muove... evviva ... !”
“Prossima fermata... Messina…”.
Affacciati ai finestrini, guardavamo meravigliati e trasognati
quel mare cosi’ bello e caro che avevamo sognato per tanti
anni. Non si avevano parole, gli occhi perduti nel vuoto, In
estasi. !
“Camerati, si scende, siamo a Messina”.
Afferrammo ì nostri sacchetti, e via di corsa per baciare la
TERRA NOSTRA. Da un campanile d’una chiesa vicina
suono’ l’Ave Maria di mezzogiorno. Ci scoprimmo e
facemmo il segno della Croce, come le nostre mamme ci
avevano insegnato e che da tempo non facevamo piu’.
Pranzo alla mensa militare. Trovammo compagnia allegra. ma
non tutti. Mutilatí di guerra erano presenti un po’ dappertutto.
Le rovine della citta’ di Messina, rasa al suolo dai bombarda-
menti, erano davanti ai nostri occhi, e per le strade tanti e tanti
chiedevano l’elemosina, non per vizio, ma per la fame, anche
bambini e ragazze .
Andammo al capolinea Messina-Palermo con la speranza di
trovare la tradotta pronta. Non c'era.
“Capo, la tradotta per Palermo. quando parte?”.