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alleati con loro?”. “Con gli orsi non si ragiona…”.
“Ma cosa fa il Re? Cosa fà’ il nuovo Governo Italiano"?
“Si guardano la pelle. Che Iddio ci guardi la nostra!”.
Prigionieri dei Tedeschi si puo’ capire ma prigionieri dei nos-
tri alleati in campi di concentramento sotto il muso delle mi-
tragliatrici non riuscimmo a capirlo.
Ma chi puo' spiegare gli aspetti stranì di una guerra crudele!
Ma eravamo ossessionati dalla speranza di esser liberi, e si
sperava contro ogni evidenza. E la nostra vita di prigionieri,
senza valore, senza diritti, senza patria, senza un filo di
amore, continuo’ come e peggio di prima.
“I prigionieri delle baracche... si tengano pronti, fra un'ora si
parte”.
“Adunata nei cortili delle caserme ... alle ore 10.30. Portate
con voi solo gli oggetti personali”.
“1n fila! Saluto alla bandiera! Dietro front. Cinque per cin-
que! March”.
E cominciammo la seconda marcia della morte. Destinazione
segreta. Sorveglianza feroce. Fermata di un’ora per la misera
razione e poi marcia... marcia... marcia. Che schifo...per
tredici giorni verso destinazione ignota, sempre piu’ lontani
dal mare Adriatico che confinava con l'Italia.
Per rendervi conto, prendete una carta geografica. Partimmo