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e grida. Avemmo diversi feriti e tre o quattro morti. Ma per
qual motivo? Non lo capimmo mai .... !
Non si aveva il cavallo per trasportare i morti all'ultimo ri-
poso, ma demmo pieni onori militari.Li avvolgemmo in
lenzuoli, li deponemmo nelle bare preparate da noi e prima di
deporli sulla carretta funebre, allineammo le bare nel cortile
sotto .la bandiera e ci schierammo attorno. Prese la parola if
nostro Generale, circondato dallo Stato Maggiore: “Cari com-
pagni di armi, ultime vittime della crudelta’ dei nostri carne-
fici, vi salutiamo in nome di tutti i soldati d'Italia, in nome
delle vostre famiglie, in nome della pace di tutti i popoli. Che
il vostro sacrificio davanti a Dio non sia inutile. Portate con
voi una parte del nostro cuore. Riposate in pace!”.
“Attenti..!”. Grido’ uno degli ufficiali.
“Fum....”. I sei moschetti, che avevamo trovati nel campo,
riempirono if cielo di dolore "Pieta’ Signore di noi dolente,
Signor pietal! Non ci punisca il tuo rigor*
Ascoltammo in silenzio Gigli, che gridava a] cielo, lo strazio
di tutti. Poi sfilarnmo verso i campi aperti per mettere gli ul-
timi morti vicino a tanti altri morti!
Campo.riempirono il cielo di dolore: “Pieta’ Signore di noi
dolenti, Signore pieta’! Non ci punisca il tuo rigore”.
Ascoltammo in silenzio Beniamino Gigli, che gridava al cielo,
lo strazio di tutti. Poi sfilammo verso i campi aperti per met-
tere gli ultimi morti vicino a tanti altri morti!