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DALLA PADELLA ALLA BRACE
L'occhio dei ciclone si stava per chiudere. La mattina del 5
Ottobre, lo ricordo come se fosse ora, stavamo rimettendo le
baracche in ordine dopo il bombardamento, sentimmo un ru-
more di carri trainati da cavalli e grida di gente che avanzava.
Le sentinelle dalle torrette ci avvertirono che colonne di
soldati avanzavano da ogni parte, come per chiuderci nel
campo.
“Adunata nel cortile” grido' il Generale.
“Tutti uniti intorno alla bandiera ... Arrivano i Russi... Siate
calmi e Dio ci protegga”.
“Arrivano gli orsi dalla Siberia …” .
“Zitto! Sono i nostri liberatori i nostri alleati”.
“Vedrai che alleati che il diavolo ci manda, me lo dirai tra
qualche giorno”. “Non hanno bombardato nessuna citta'…”.
“Perche' non avevano aeroplani …” .
“Sono al cancello... Dio mio che facce da impiccati....”!
Il Generale grido’: “Compagni restate calmi. Riceveteli come
fratelli di lotta contro i Tedeschi. Dio ce la mandi buona ed in
bocca al lupo”.
Dalla colonna che si era fermata all’ entrata del campo, si
staccarono tre Ufficiali, uno con la bandiera con falce e mar-