Page 104 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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94 LEZIONE SESTA.
obbligarono a giurare che in seguito non tenterebbero di ribel-
larsi, che ogni anno consegnerebbero a Sparta la metà dei pro-
dotti delle loro terre, e che si recherebbero in quella città, uo-
mini e donne, vestiti a bruno, quando ci fosso i funerali dei re
e dei magistrati. Fu durante questa guerra che fi re Teopompo
aumentò il potere degli Efori, e il re Polidoro conferi a molti
Perieci i diritti di cittadino per riparar la perdita di quelli pe-
riti nelle battaglie ; e fu dopo questa guerra che ebbe luogo in
Italia la fondazione di Taranto. Fu fondata da una colonia com-
jTOsta di figlioli di quei Perieci cittadinizzati, che lasciarono
Sparla scontenti dei modi avvilitivi con cui gli trattavano gli al
tri antichi cittadini. ,
Intanto una nova generazione era già cresciuta nella Mes-
senia sotto il peso vergognoso d’ un’ orribile schiavitù, ma, al
tempo stesso, colla memoria dell’eroico valore dei padri. Ansio-
samente anelante di riconquistarsi l’indipendenza, non asfiettava
altro che un animoso il quale si facesse capo dell’impresa.
Quest’eroe non mancò, e fu Arislomene di Andania che, ran-
nodale prima le relazioni d’amicizia cogli antichi alleati, insorse
alla testa de’ suoi concittadini nel 68ò, cioè 39 anni dopo la ca-
duta d’ Itome.
La prima battaglia si combattè presso il borgo di Dera,
nella Messenia, avanti che arrivassero gli alleati. La vittoria ri-
mase indecisa: ma Aristomene dette in essa cosi splendide prove
di valore, che i compagni 1’ acclamarono re. Ricusando lui l’of-
fertogli onore, fu nominato capitano con suprema autorità. Dopo
la battaglia volle spaventare con un atto ardito gli Spartani len-
irò di notte in Sparta, e attaccò al tempio di Minerva, detto Cal-
cierò , uno scudo nemico che aveva preso sul campo di battaglia
con quest’iscrizione: « Aristomene a Minerva, quest’ una delle
» spoglie degli Spartani.» Ottenne ciò che voleva: Sparta ne fu
atterrila, e mandò subito a Delfo a consultar 1’ oracolo , che le
ordinò di ricercare un consigliere ad Atene. La domanda fu fat-
ta : gli Ateniesi , nè volevan negarlo i>er non mancar di rispetto
al dio, nè, per gelosia, avrebbero voluto favorire la potenza di
Sparta. Presero dunque il partito di mandarle, come per scher-
no, un maestro di scuola, zoppo, e tenuto per pazzo. Ma quel
pazzo era il poeta Tirteo, che co’ suoi inni guerreschi infiammò
di coraggio gli Spartani contro i Slesseni. Eccone uno
:
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