Page 186 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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176 LEZIONE DODICESIMA.
eh’ e’ governava, e quiadi disponeva d’una fw'za suiricente por
fare eseguire la volonli del re. l’er l’ ordinaménto dato al paese,
Dario è riputalo il più grande dei re persiani ; volle anche esser
« onquistatorc. Nella Scizia, dov’ era andato in (Mirsona, non riu-
sci ma un suo geùeralo, Megabazo, gli sottomesse la Tracia e
;
gli rese tributaria la Macedonia; e un aKro suo generale , Otane,
.s’ impadronì di Leniio, d’ Imbro, <li Xesbo e d’altre isole del-
r Egeo. Allora Dario, dopo aver nominato suo fratello Artaferne
satrapo della costa asiatica c delle parti meridionali dei già re-
gno di Creso con residenza a Sardi, si ritirò nella sua metro-
poli Susa, {>er governare di là i tanti popoli del suo vastissimo
lm]>ero che goderono quattr’ anni di calma profonda.
Eu turbala nel iio l in occasione d’una discordia civile in-
sorta nell’ isola di Nasso fra i due soliti parliti contrari. Avendo
trionfalo il popolo, furono esiliati parecchi nobili, tjuesti si ri-
fugiarono a Mi loto e supplicarono Anslagora, che n’era gover-
natore, a somministrargli degli aiuti |)or ritornare in patria. Ari-
slagora s’ accorse che, per quel mezzo, avrebbe jwlulo aggiunger
Nas.su al proprio dominio ma quell’isola era la piu grande delle
:
Cicladi, aveva una marina considerevole e poteva metter sul-
rarmi ottomila opliti. Non putendo dunque lui solo assumer
r impresa, andò a Sardi a Irallarne con Artaferne , e dimostran-
dogli che era ({uesta una propizia occasione d’ impadronirsi di
Nas.so, e |>oi di tutte le Cicladi, e (Mirtino dell’Eubea, ottenne
da lui una llolla di dugento navi per mandare a effetto l’ ambi-
zioso disegno. La spedizione doveva esser falla segretamente per
cogliere alla sprovvista gl’ isolani ma essendo nata della discor-
:
dia fra Aristagora e .Megabaio comandante della flotta, e questo
trovandosi obbligalo a cedere all’altro, se ne vendicò col fare
avvertire segretamente i Nassiani del pericolo che a loro sopra-
stava. L’ isola dunque fu subito forlilicata validamente ; e cosi
Aristagora, dopo averla tenuta inutilmente in a.ssedio per quat-
tro mesi e avere speso lutto il danaro che aveva portalo, dovè
ritornarsene a M itelo.
Fallita la spedizione che Aristagora aveva fatto credere di
tanto facile riuscita, Artaferne montò in grande sdegno contro di
lui, e lo voleva obbligare al rifacimento di tutte le spese. Messo
in questa diffìcile condizione, Aristagora non trovò altro mezzo
d’ uscirne che di ribellar l’Ionia ai Persiani, richiamandola a