Page 187 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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PRIMA GUERRA PERSIANA. 177
Hbertà ; tanto più che a ciò 1’ animava c segretamei^e lo secon-
dava il suo Bocero Istieo che Pario teneva a Susa presso di sé,
come uno dei segretari intimi. Cosi dunque fece: rassegnò l’au-
torità che aveva tenuto fio allora- a Mileto ; messe in arresto
tutti i tirannelR delle città ioniche che si trovavano aH’ armata
condotta da lui contro Nasse e che non era ancora disciolta ; gli
consegnò alle rispettive città che si contentarono, la più parte,
di mandarli in esilio e dappertutto fu ristabilita
; la demo-
crazia.
Allora, per far fronte ai Persiani che sarebbero certamente
accórsi a reprimere e punire la ribellione, Aristagora s’imbarcò
per la Grecia, affine di procurarsi degli alleati; e prima andò a
Sparta. Si presentò al re Cleomene con in mano una lastra di
rame sulla quale era inciso tutto il mondo allora conosciuto.
Cominciò da parlargli calorosamente della necessità che gli Spar-
tani andassero in aiuto dei loro fratelli impegnati in una lotta
disuguale per la libertà. Gli descrisse la fertilità delle provincio
situate fra il mare Egeo e Susa, indicandogliele sulla lastra, e
mostrando la strada che conduceva da Efeso a quella capitale.
Magnificò i tesori ammassati in questa città, e la somma facilità
di vincere i Persiani, a cui negava ogni valore e di cui metteva
in ridicolo l’armi. « E invece di combattere, concluse, i vostri
» vicini i Messeni, gli Arcadi e gli Argivi che non possiedono
,
» nè oro, nè argento, come mai non desidererete d’ impadronirvi
» dell’impero di tutta l’Asia?» ’ Cleomene chiese tre giorni di
tempo a rifletterci ; passati questi , quando rivedde Aristagora
gli domandò quale fosse la distanza dalle coste del mare a Susa.
L’ Ionio rispose, tre mesi di marcia. A tal risposta, il re, tron-
cando la conversazione, gli disse : « Ospite milesio, pòrtiti dun-
» que da Sparfa prima che il sole tramonti ; è da stolti il pro-
» porre agli Spartani di mettersi in una marcia di tre mesi al di
» là del maro. » * Allora Aristagora tentò di sedurlo colf oro :
ma non riuscendogli, parti e si recò ad Atene.
Non ci poteva andare in momento più opportuno a’ suoi
disegni. Era arrivata appunto allora la minacciosa intimazione
d’ Artaferne (che abbiamo accennato altrove) di riammettere al
potere il tiranno Ippia ; e i cittadini erano commossi , irritati
< Erod. V , 49.
,
s Id. V , 50.
,
Storia dell’amica Ciccia. 42