Page 297 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 297
,
ORIGINE riELLA GUERRA DEL PELOPONNESO. 287
Sparta mantenne, questa volta, la sua promessa. Ordinò ai
suoi alleati di spedire ognuno sull’ ismo, come luogo di riu-
nione, duo terzi del contingente. Là gli raggiunse con le sue
truppe il re Archidamo che, .secondo Plutarco, ‘ si trovò cosi
alla testa. di un’armata di 60,000 uomini. Convocati i capitani
di tutti gli alleati e le persone più influenti, il re gli esortò a
diportarsi con molta prudenza, trattandosi di marciare con-
tro una potente repubblica. Prima di moversi dall’ ismo, volle
tentare un’altra volta se gli Ateniesi, vedendo che gli Spartani
facevan di fatti, eran disposti a cedere in qualcosa per impedire
la guerra. A questo scopo inviò ad Atene Melesippo, cittadino
spartano. Ma gli Ateniesi, dietro il suggerimento di Pericle, non
gli vollero dare nemmeno ascolto, e gl’ intimarono che uscisse
il giorno stesso dall’ Attica : sarebbero rientrati in trattative con
gli Spartani, solo quando que.sti fossero rientrati nel loro terri-
torio. MelesipjM) si ritirò dicendo : a Questo giorno è principio
*
» di grandi sciagure alla Grecia. »
Archidamo allora si messe in marcia. Pericle rinnovò il con-
siglio che gli abitanti della campagna 1' abbandonassero ; e que-
sti, distrutU^ le case e mandati in salvo gli armenti e le bestie
da soma nell’ Eubea e in altre isole vicine, collo mogli, i figlioli
e i loro beni mobili si ritirarono ad Atene. Se a malincore di-
struggessero le abitazioni e abbandonassero i loro campi, non
fa bisogno di dirlo ma dai veri cittadini qual sagrifizio non si
:
farebbe per la salvezza della patria? Non potendo contenere le
case d’ Atene tutta quella moltitudine, fu alloggiata nei templi,
nei monumenti degli eroi , sulle piazze , fra le mura lunghe
dove ci furono alzate delle tende e delle capanne, al Pireo, dap-
pertutto insomma, fuorché nel tempio di Cerere e nella cittadella.
Penetrato nell’Attica ed entrato nel demo di Enoe, Archi-
damo assediò questa città, che era difesa da una cittadella for-
tissima, e ne fu respinto. Si détte allora a devastare le pianure
di Tria e d’ Eieusi, che, es.sendo estate, eran coperte di mc*s.si
mature, e s’ avanzò fino al borgo d’ Acarno poco distante da
Atene. Speravano gl’invasori che gli Acarnesi, il di cui demo
era dei più popolosi dell’ Attica e forniva ad Atene non meno
di 3000 opliti, non lascerebbcro devastare impunemente il pa-
• Pericle 33-
* Tacid. , II, U.
Digiiized by Google