Page 303 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ORIGINE DELLA GL'ERUA/ DEL PELOPONNESO. 293
» gerle, ne sentirà gelosia: » * E concludeva esortandoli ad ado-
[lerarsi per lo splendore presente e |>er la gloria avvenire ; a
sopportare con animo forte i disastri; e a non venire a trattative-
cogli Spartani. Quest’ orazione del gran Pericle non lo liberò da
pagare una multa a cui fu condannato ma passò poco tempo
;
che il popolo gli ridette tutta la sua fiducia e lo rielesse strhtego.
Del resto, quel eh’ e’ disse intorno agli affari pubblici, gli Ate-
niesi 1’ approvarono e decisero di condurne la guerra con piu
vigore di prima. Fecero infatti partire j)cr l’Acarnania una flotta
capitanata da Forniione, che S’ impadfoni della città d’Argo.
Anche nella Calcidica, il blocco di Potidea doventava ogni giorno
più rigoroso; finacchè gli assediati, costretti dalla fame, s’arre-
sero dopo due anni di resistenza. I patti della resa furono che
gli abitanti ne uscissero portando seco, gli uomini un vestito, e
10 donne due, e anche una somma stabilita di danaro a testa.
Quell’assedio costò ad Atene non meno di 2000 talenti: fier cui
gli Ateniesi fecero carico ai generali d’ averla avuta dietro capi-
tolazione invece che presa a discrezione. Ad abitar Potidea fu-
rono mandati 1000 colont da Atene.
La feroce malattia che desolava Atene feri più e più volte
11 core di Pericle ; ne morirono molti de’ suoi amici più cari, ne
mori la sua sorella, e il suo figliolo Santippo. A questi colpi della
sventura il magnanimo resistè fortemente. Ma quando gli fu tolto
dal morbo il suo secondo figliolo, il prediletto Paralo, non potè
frenarsi dal versare un torrente di lacrime nell’atto eh’ e’ cin-
geva colla funebre corona quell’ amatissimo capo. Non fu ancora
sazio l’ingordo flagello. Al principio dcU’anno seguent»!, appunto
quando aveva rimesso tanto della sua violenza e non colpiva
più che raro vittime, attaccò Pericle stesso e l’uccise, non mica
abbattendolo tutt’ a un tratto, ma quasi minandolo a poco a
|K)co. Alcuni momenti prima che spirasse, stavano intorno al
suo letto di mprte gli amici che gli restavano ancora e i princi-
pali cittadini. Credendo di non essere ormai più intesi dal mo-
ribondo, andavano parlando fra loro delle suo virtù, della po
tenza che aveva avuto, e dei trofei che aveva inalzato per la
patria. Ma Pericle inteso ; o fatto un ultimo sforzo, si maravigliò
che lo lodassero di cose nelle quali aveva gran parte la fortuna,
c che tanti altri capitani avevan fatto al pari di lui , e che i>»i
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