Page 304 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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294 LEZIONE DICIOTTESIMA.
non iiarlajisoro punto della sua glorià più bella: « cioè, disse,
» che nessun Ateniese s’è mai vestito a bruno percausa mia.»*
E davvero il suo più bell’ elogio è la gran moderazione
di’ e’ seppe mantenere in un potere tanto vasto e tanto diuturno.
Se si pensa alla protondità e alla cultura della sua mente, alla
saviezza e facilitè con cui trattava cosi gli affari civili che i mi-
litari, alla .sua eloquenza, alla sua bravura e nel consiglio e sul
campo, Stila probità e fermezza del suo carattere, a tutte in-
somma le qualità che si trovavano riunite 'in lui, l’ericle ci ap-
parirà il più eminente uomo della Grecia di tutti i tempi. .Ma
riferiamo, chiudendo, ciò che no dice Tucidide, che pure era
uno de’ suoi avversari politici, « Potente jier la sua dignità, por
» la sua saviezza, jier la sua incorruttibile probità, guidava la_
» moltitudine con una mano liliera senza mai lasciarsi guidare
» da lei. Siccome non aveva acquistato il potere con mezzi in-
» degni, non cercava, no’ suoi discorsi, d’ accarezzarla ; anzi, al
» bisogno, la contradiva con tutta franchezza. Se vedeva i cit-
» tadini montati inopiiortunamente in truppa baldanza, sapeva
» temperarne la foga ; se al contrario èrano troppo avviliti, gli
» rianimava. Quel governo era di nome una democrazia, nel
» fatto un imjXTO, ma l’impero del primo cittadino della re-
» pubblica. » * t
LEZIONE DiaANNOVESIMA.
CL'ERRA DEL PELOPONNESO: DALLA MORTE DI PERICLE
FINO ALLA PACE DI NICIA.
Venuta l’estate dell’anno medesimo che mori Pericle,
ciò»' il 429, Archidamo rinnovò la sua spedizione; ma invece di
assaltare l’Attica, marciò contro Platea. I Plateani gli manda-
rono subito degli amba.sciatori per rammentargli il sacriQzio
fatto da Pausania a Giove Liberatore sulla piazza della loro città,
* Plut. , PtricU, 38.
S Tucid., Il, 65.
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