Page 308 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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298 LEZIONE mCIANNÒVESIMA.
npsi, p gli promettpvano d’effettuare una forte spedizione ter-
restre e marittima eontro Atene. Ma che? Onesta città che dagli
ambasciatori di Mitilene era stata dipinta nel congresso d’Olim-
pia come spossata dalla |teste e dalle grandi sjiese ^he aveva
dovuto già faro, questa città, appena saputo il progetto dei Pe-
loponnesiaci , senza richiamare nemmeno una nave di quelle
mandate a Lesbo e nemmen una di quelle che aveva nell’ Ionio
verso TAcarnania, fece sal|>are dal Pireo una flotta di 100 navi
che andò a spiegare le sue forze in vista alle coste del Pelopon-
neso. Gli Spartani ne rimasero estremamente stupiti e dimessero
il pensiero di navigar contro Atene.
Intanto .Mitilene era stata assediata e |)er mare e per terra.
Lo spartano Saleto dirigeva la difesa della città. Vedendo che
l’aiuto proiiH'.sso dal Peloponneso non arrivava, -e in stalo d’as-
sedio non potendo jiiù sostenersi, e’ pensò di tentare una sor-
tita contro gli Ateniesi. A iiuesto scopo fornisce d’armi anche
i popolani che per l’ innanzi n’ erano sprovvisti. Appena che
l’ebbero in mano se ne approfittarono |x*r dettar leggi ai nobili.
Bisognò allora trattar della resa, e la città fu consegnata a Pa-
chete generale ateniijse. I patti furono che lui non avrebbe in-
carceralo, né venduto come schiavo, nò ucciso nessuno dei Mi-
tilenesi jirima che l’assemblea stessa d’ Alene non avesse stabilito
sulla loro sorte. Ma jiure alcuni, fra i quali Saleto, gli prese,
gli fece portare a Tenedo, e di li, poco dopo, ad Atene. Arri-
vali che furono, Saleto, a onta di tante esibizioni che fece per
salvar la sua vita, fu subito messo a morte. Quanto agli abi-
tanti di Mililene, gli Ateniesi, istigati dalle vive esortazioni di
Cleono, mandarono a Pachete l’ordine di fare schiavi, i ra-
gazzi e le donne, e di trucidare lutti gli altri.
Questo Cleone, che era un coiaio, apparteneva a una nova
la morte di Pericle; Eucrate
classe di politici comparsa dojx)
funaio, Lisicle mercante di bestiami. Iperbole fabbricante di
lampane e simili. Ma Cleone, accarezzatore della plebe*, inge-
gnoso, energico fino alla violenza, fornito d’ un’eloquenza impe-
tuosa, prese il sopravvento sugli altri e fu l’erede della potenza
di Pericle. Aristofane , nei Cavalieri, co lo presenta anche corno
uomo turpe, tracotaide, ingannatore, impudente, ladro: e tut-
l’ altro che benevolo gli è Tucidide. Sull’autorità di questi duo
scrittori tutta la posterità 1’ ha considerato come un tribuno fa-
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