Page 313 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MORTE DI PERICLE FINO ALLA PACE DI NICIA.
nati. Dalla prigione poi ne levatone sessanta, a venti per volta,
e gli uccisero. Quando gli altri sen’ accorsero, protestarono di
non volere uscire : per cui il popolo scoperchiò il tetto della.pri-
gione e gli uccise opprimendoli con frecce e con tegoli. Col to-
tale .sterminio della fazione aristocratica ritornò in Corcira la
tranquillità; veramente a caro prezzo comprata! Ma di chi la
prima colpa di quelle stragi se non di quelli che senza alcuna
ragione volevano separare Corcira dall’ alleanza con Atene e
pugnalarono Pizia e gli altri in pieno senato?
Come se pochi fossero i disastri della guerra per quella
sciagurata nazione che si lacerava volontaria e si scavava.il ba-
ratro della rovina, sul principio del 425 avvennero dei tremoti
che scossero l’ Attica, 1’ Eubea e la Beozia , specialmente Orco-
mene; e riprese maggior vigore in Atene la peste devastatrice.
Prescindendo dalle innumerevoli vittime che mietè nella popo-
lazióne, la distrusse all’armata 4300 soldati di grave armatura
e 300 di cavalleria. Questa volta durò un anno intero, dopo il
quale abbandonò affatto la città. Fu sempre ammirabile la co-
•stanza con cui gli Ateniesi .sostennero quel flagello insieme e la
guèrra senza che avvenisse mai nella città nessuna turbolenza.
In queir anno, Demostene, generale ateniese che alla testa
di. una flottiglia d’ Atene e di qualche centinaio di Messeni di
Naupatto armati gravemente aveva riportato degli splendidi suc-
cessi nell* Acarnania e nell’ Ambracia, venne nel pensiero d’im-
padronirsi della città e rada di Pilo. Era questa sulla costa oc-
cidentale’ della Messenia, distante da Sparta circa 400 stadi
(quasi 60 chilometri.) Oltre a essere importante quel luogo per-
chè avreblie offèrtò una stazione sicura alle flotte ateniesi , e’ pen-
sava di stabilirci i Messeni, che di li avrebbero recato continui
danni ai Lacedemoni. Nè i capitani nè i soldati approvarono il
progetto di Demostene. Ma venne in suo aiuto il vento. Una
burrasca gli spinse, loro malgrado, verso la costa, e doverono
pjpararsi nel porto stesso di Pilo. Una volta che ci si trovarono,
i soldati, spinti dalla loro ingenita attività, si dettero a fortificare
la città : e queir opera, sebbene fossero mancanti degli arnesi
necessari, la condussero tanto alacramente che in capo a sei
giorni r avevan compita dalla parto di terra, dove cen’era
maggior bisogno.
Sparta, all’ annunzio di questo fatto, fu presa da spavento.