Page 315 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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BALLA MORTE DI PERICLE FINO ALLA PACE DI NICIA. 305
cui supplicavano la liberazione dei loro concittadini dell’ isola.
Loro , in cambio , avrebbero posato le armi , V avrebbero fatte
posare agli alleati, e avrebbero stretto con Atene un’ alleanza
che sarebbe stata feconda di somma gloria e vantaggio ai due
popoli.
La presa di Pilo,* la respinta dell’attacco dei nemici, la
vittoria navale, il blocco di Sfatteria, l’arrivo inaspettato di
ambasciatori Spartani con in mano un ramo d’ ulivo e in un at-
teggiamento d’ umiliazione, tutti questi fatti succedutisi in pochi
giorni era naturale che destassero le più vive emozioni nel po-
polo d’ Atene. Chi giudica a sangue freddo e dopo la cognizione
dei fatti posteriori rimprovera cfuel popolo, e più chi lo dirige-
va, di non avere accettato le proposizioni di Sparta e fatto cosi
una pace onorevolissima. Ma chi sa se anche Pericle, trovandosi
in quella situazione, avrebbe saputo c potuto dominare sé stesso
*e il popolol 11 .sentimento del pubblico in generale fu , sul primo
momento, che Atene doveva proporre lei stessa le condizioni in
cambio dei prigionieri di Sfatteria. ^Di quel sentimento seno fece
interprete Cleono. Sulla proposta di lui l’ assemblea dichiarò
agli amba.sciatori che riavrebbero i loro concittadini dopo che
Sparla avgs.se restituito ad Atene quelle terre che questa aveva
ceduto quando fu concluso la tregua di 30 anni. Per quanto noi
troviamo giustificabile che Atene non accettasse le condizioni
proposte da Sparta ma gliele propones.se lei, pure ci bisogna
dire che Cleone esagerò nella sua domanda, e commes.se quindi un
passo impolitico: prima, perché alcune di quelle terre (come
l’Acaia e Trezene) non sarebbero state per Atene di nessun va-
lore materiale ; poi , perché non era nella facoltà esclusiva di
Sparta di acconsentirci. Inoltre se Cleone voleva far quella e
non una proposizione più moderata, doveva farla almeno in
modo da lasciare a Sparta il tempo d’ esaminarla d’ accordo co-
gli alleati, e la speranza di poterla modificare ; -e non esigere da-
gli ambasciatori una risposta che non avevano il potere di dare.
Questi dunque partirono senza aver nulla concluso.
Rotto cosi l’armistizio, i Lacedemoni reclamarono lo navi
lasciate in consegna agli Ateniesi. Questi le rifiutarono. Non si sa
se fu una slealtà, perché Tucidide’ accenna semplicemente, senza
pronunziare sulla veracità della cosa, ch’e’ fondav ano il loro rifiuto
' IV , 23.
Storia tlriV antica Grecia.
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