Page 401 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LOTTA FRA SPARTA E TEDE. 391
ni; e per intanto, ne mandò da 200U che si trovavan già pronti,
sotto il comando d’Eudamida. Questo, arrivato nella Calcidica,
separò Potidea dalla confederazione d’ Olinto, e s’ inoltrò nel
paese; ma venuto a battaglia coi nemici, fu vinto e ucciso. Gli
succedo Teleuzia con bon nerbo di truppe; lo quali doventarono
anche più considerevoli pei rinforzi che ricevè da Aminta re di
Macedonia, e da Derda princiix; del distretto d’ Elimia. Ma an-
che lui, dopo aver riportato vari successi sul nemico, restò uc-
ciso in un combattimento in cui peri il fioro delle sue trup|K?. ' «
La guerra dunque si faceva seria, l’onoro di Sparta era
compromesso : per cui la s[)edi immediatamente il re Agesipoli
alla testa di un’armata formidabile. E’ non aveva fatto che al-
cune devastazioni nel territorio d’ Olinto, quando lo colse una
febbre che in setto giorni lo spense. 11 suo cadavere fu imbalsa-
mato nel miele e trasportato a Sparta. Nel regno gli successo il
suo fratello Clembroto; nella direzione della guerra, 1’ armosta
Polibiade. Questo ebbe la gloria di finirla. Bloccò Olinto cosi ri-
gorosamente che la ridusse ad arrendersi per la fame. I patti
della resa furono che gli Olinti avrebbero per amici o nemici gli
amici 0 nemici di Sparla; e da alleati fedeli combatterebbero
sempre dalla parte di quc'sta. La guerra aveva durato tre anni.
Sul principio di essa era avvenuto nella Grecia centrale
un fatto gravissimo che aveva peggiorato assai la situazione di
Sparta o che fu poi occasione a una nova e più importante guerra
fra lei e Tebe. Subito dopo la partenza d’ Eudamida era stato
fatto partire da Sparta il suo fratello Febida con un altro corpo
di trupjie che si dovevano unire ai ÌOOO guidati dal primo. Pas-
sando esso per la Beozia, s’accampò a poca distanza da Tebe.
La città era divisa in duo partiti che s’ odiavano a vicenda : il
partito aristocratico e amico di Sparta, e il partito popolare che
le era contrario. Quest’ultimo aveva il disopra: per cui fu de-
cretato che i Tebani non dovessero dar mano ai Lacedemoni
contro Olinto. Allora il polemarca Leonziade,cheera il caporione
degli aristocratici, andò a trovar Febida e lo iiersuasc a impa-
dronirsi di Tebe piuttosto che continuar la sua marcia : lui
glicn’ avrebbe indicato il quando e il come. Pochi giorni dopo,
venne il giorno della festa di Cerere. In questo giorno, nella cit-
tadella (che si chiamava Cadmea dall’antichissimo fondatore) non
ci poteva star nessun uomo, perchè c’ era le donne a celebrare i
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