Page 405 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LOTTA FRA SPARTA E TEBE. 395
d’una serie di fatti, i quali spezzarono, come dice Plutarco,' le
catene di cui Sparta aveva caricato la Grecia. Quella città non go-
deva riputazione presso l’ altre, nò por la cultura dell’ arti, nè
la sua passata condotta politica, nò por la vita privata.
Quanto alta prima, levato Anfione nei tempi mitici, e Pindaro
nei tempi storici (ma vissuto un .secolo prima), non aveva altri
nomi illustri da contrapporre ai tanti di cui si gloriavano la più
parte delle città greche. Quanto alla seconda, la si vedeva più
d’ogni altra divisa continuamente in partiti, ed era sempre viva
la memoria che, al tempo delle guerre persiane, l’aveva soste-
nuto la causa dei barbari. Quanto alla terza, era proverbiale la
crassa ghiottornia, la sensualità dei Tebani, la loro ripugnanza
a ogni sorta di commercio o d’industria, motivata probabilmente
dalla lontananza dal mare c dalla molta fertilità naturale del
suolo. Come mai dunque questa città potò ora liberar la Grecia
dal dominio di Sparta e arrivare a quell’ alto grado di potenza
che vedremo? Forse gli spiriti tebani erano stati scossi dalle idee
che avevan portato là gli Ateniesi espulsi dai Trenta e i disce-
poli di Socrate ; forse, alla cadtita d’ Alene, era nato in loro un
desiderio indeterminato di raccoglierne il j)olero e doventare
nella Grecia centrale quello che era Sparta nel Peloponneso
;
forse le insolenze di questa avevano punto il sentimento della
loro dignità: ma più di tutto, perchò c’erano allora in Tebe i
due grandi uomini già rammentati, Epaminonda o Pelopida, che
seppero ispirare sentimenti eroici nei loro concittadini. Infatti la
grandezza di Tebe, cominciata per o[)era loro, ebbe line, come
vedremo, colla caduta di loro.
Epaminonda nacque povero, e povero volle vivere : con-
tento di questa sua condizione, perchò lo liberava dalle cure che
le ricchezze si portan seco. Amava ardentemente lo studio, la
filosoGa, lo arti, gli esercizi ginnastici, tutto quello insomma che
contribuisce a sviluppare il corpo e l’intelligenza. Quindi, ora
s’ esercitava nella danza o nella lotta per rendere il corpo agile
e forte ; ora sonava e cantava per sollevare lo spirito ; ora me-
ditava 0 pendeva attento dagl’ insegnamenti di Lisi di Taranto
filosofo pittagorico: pel quale e’ senti tanta stima e affetto fin
dalla prima giovanezza, che sebbene fosse un vecchio tristo o
.severo, Epaminonda preferiva la compagnia di lui a quella di
• Pelopida, 13.