Page 426 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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416 LEZIONE VENTICINyUESIMA.
» eri alla testa dei nostri soldati ; e tu osi vivere, tu osi vedere
» la luce del sole, presentarti sulla pubblica piazza, tu, monu-
» tnento d’ ignominia e d’ obbrobrio per la tua patria ? » *
Non meno di Licurgo fu ardente avversario dei Macedoni
l’oratore Iperide che gli antichi consideravano come il primo
dopo Demostene ed fischine ma delle sue orazioni nelle quali
;
e’ lodavano 1’ ordinamento e la vigoria dei ragionamenti e la vi-
vacità dello stile, non ce ne resta nessuna che gli si possa attri-
buir con certezza.
Quanto a Demade e a Focione, ecco quello che ne dice
Plutarco. H Si confessa da tutti che quando Demade s’abbando-
» nava alia sua eloquenza naturale era invincibile, e che i suoi
» discorsi improvvisati superavano quelli di Demostene meditati
» e scritti con tanta cura. Aristone di Chio riferisce un giudizio
» di Teofrasto intorno agli oratori. Interrogato cosa pensasse di
» Demoslene, rispose: È degno della sua città, fi interrogato poi
» cosa gli pares.se di Demade: E al di sopra della sua città. Lo
» stesso filosofo racconta che PolieuUo Sfettio, uno di quelli che
» amministravano allora gli affari d’ Atene, riconosceva Demo-
» Siene per un grandissimo oratore, ma gli pareva di maggior
» vaglia Focione perchè sapeva racchiudere molte idee in poche
» parole. Si dice infatti che lo stesso Demostene, tutte le volte
» che Focione si alzava per parlargli contro, dicesse a’ suoi
» amici : Ecco che s’ alza la scure de' miei discorsi. Ma gli è dub-
» bio se Demostene alludesse con ciò all’eloquenza di Focione,
» 0 non piuttosto alla sua condotta di vita e alla stima in cui
» era tenuto; sapendo bene che una sola parola, un solo cenno
» d’un uomo che gode gran riputazione di virtù, produce
>1 maggior effetto di molti e lunghi periodi.* »
fi qui, non volendo fare il catalogo di tutti gli oratori che
più 0 meno fiorirono in quel tempo, parleremo di Demostene,
giudicato da molti sommo fra tutti di tutte l’età e di tutti i po-
poli, e di fischine che fu il più grande de’ suoi emuli. Quest’ ul-
timo, nato da povera gente, in un borgo dell’ Attica, nel 393,
fu dapprima atleta, poi comico ambulante, poi segretario d’un
magistrato ; e solo a quarant’ anni entrò nella carriera politica e
doventò uno dei principali personaggi d’Atene. Parteggiò pei
• Diodoro, XVII, SS.
* Demostene IO.
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