Page 429 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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L\ GRECIA PRIMA RELLA DOMINAZIONE MACEDONE. 419
consiste nel piacere. Cosi si separava affatto da Socrate pel quale
la felicità stava nella virtù, e si faceva precursore d' Epicuro.
Ma ben altra via tenne Platone che per le sue idee teolo-
giche meritò poi l’ammirazione dei Padri della Chiesa. Nella sua
gioventù s’ era..occupato , con mollo profitto, di musica, di poe^
sia e di pittura; e alle feste di Bacco si -fireparava a disputare il
premio della tragedia, quando, udito Socrate per la prima volta,
s’accorse che la' sua vera vocazione era per la filosofia. Lasciò
allora ogni altra occupazione, e si fece dei più costanti e affet-
tuosi discepoli di Socrate. Morto questo, dovè abbandonare an-
che lui la sua patria città per sfuggire all’odio dei fanatici. Andò
prima a Megara : visitò poi l’Italia, la Libia, l’Egitto, attin-
gendo nptizie per ogni dove, parlando coi più distinti sapienti
di quelle regioni. Tornato finalmente in Atene, fondò nei giar-
dini d’ Academo quella scola famosa da cui uscirono tanti pen-
satori .
Sarebbe lungo ed estraneo al nostro assunto principale, se
si volesse esporre qui il sistema filosofico che insegnava quel di-
vino. Basti, dunque accennare che riprendendo le speculazioni
teoriche condannate da Socrate che vagheggiava solo la filosofia
pratica, e’ s’alzò, col mezzo di quelle, alla conoscenza di tutti
gli esseri e di Dio loro principio comune, e lo riconobbe eterno
e dotato di tutte le perfezioni. In morale poi faceva consistere la
fejicità nella virtù, quand’ anche derisa e crocifissa ; e l’ infelici-
tà, la riponeva nel vizio quand’ anche onorato. Da ciò apparisce
che, come il suo maestro, cosi lui era cristiano prima del cri-
stianesimo. E tutte le sue dottrine, lo scriveva in dialoghi di
tanta dialettica, di tanta vivacità drammatica, di tanta larghezza
e venustà di stile, che si resta nel dubbio se fosse più filo.sofo,
0 più poeta, 0 più eloquente.
Non sono ixirò ugualmente lodevoli le sue idee politicosocia-
li: giacché nella sua lìepubblica, s’ammette il comuniSmo delle
donne e dei beni, si consacra la schiavitù, si stabilisce il siste-
ma delle caste, si respinge dalla città tutti quanti i poeti, per-
fino Omero; e quello che fa più maraviglia si è che lo scolare
di Socrate (per salvare il quale aveva fallo sforzi soprumani)
stabilisce l’ intolleranza religiosa.
Nel 360, Platone aveva raggiunto il suo scltantesinio anno:
ma era sempre in tutta la pienezza del prodigioso suo genio, e