Page 427 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LA GRECIA PRIMA DELLA DOMINAZIONE MACEDONE. 417
M^edoni dal di cui danaro pare che a volte si lasciasse com-
prarle. Nel ^2, all’ occasione d’ un’ ambasceria al re Filippo, De-
mostene l’-àccusò pubblicamente di* prevaricazioni politiche, e He
chiedeva la iporte. fischine si difese; e alla sua voka> volle di-
mostrare, qualche anno dopo, che il suo nemico era la causa di
tutti i mali d’ Atene. Lo fece, nella fanx>sa orazione che scrisse
contro Ctesifonte, perché quésto aveva proposto che si decre-
tasse a Demostene una corona d’oro in ricompensa dei grandi
servigi che aveva reso alla* patria. Ma Ctesifonte non fu condan-
nato. fischine, vergognoso della disfatta subita, lasciò Atene il
giorno stesso della sentenza e si ritirò a fifeso. Fondò più tardi
una scola di rettorica a Rodi , e mori a Samo , dov’ era andato
casualmente, nel 314. Le tre orazioni che possediamo di lui,
sono le sole che abbia scritto. Furono nominate le tre Grazie; e
a ragione, tanto ci è movimento e splendore, tanto abbondano
d’espressioni felici e di poetiche immagini!
Demostene era nato a Peania nell’Attica. Suo padre, ricco
armaiolo, morì che lui aveva sette anni, e gli lasciò un patri-
monio di più che quattordici talenti. Questo patrimonio, se fosse
stato bene amministrato, avrebbe dovuto aumentare durante gli
anni della sua minorità. Invece, i tutori, parte sei’ usurparono,
parte lo trascurarono: per cui, quando Demostene, compiti i
sedici anni, raggiunse la sua maggiorità civile e acquistava il
diritto d’amministrar da sé i suoi propri beni, trovò che eran
ridotti a meno di due talenti. Risolvè dunque d’ intentare subito
una causa contro i tutori, e la vinse. Ma nessuno avrebbe allora
indovinato il sommo oratore che si mostrò in seguito: anzi de-
stò le risa degli uditori co’ suoi lunghi periodi, colla sua debole
voée, col suo corto respiro, col suo gesto sgraziato, col difetto
che aveva di balbettare. Da quel momento, s’ accinse, con un’in-
domabile ostinatezza, a vincere quelle difficoltà naturali. Si fece
costruire una stanza sotterranea ; e ci passava giornate e mesi
interi, colla testa mezzo rasa affine di resistere per la vergogna
alla tentazione d’uscire, tu tt’ occupato a meditare, a leggere, a
comporre, a copiare più e più volto Tucidide, per avvezzarsi
alla magnificenza e all’efficacia dello stile di lui. Di tanto in
"tanto, per rinforzare il respiro e la voce e rendere più spedita
la lingua, correva, con in bocca delle pietruzze, lungo la costa
del mare, recitando versi o prose in modo da superare il fra-
Storìa dell’ antica Grecia. .