Page 428 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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418 LEZIONE VENTICINQUESIMA,
gore deir onde oppure s’ arrampicava, declamando, su qualcliQ
monte. -Arrivato cosi all’età di venticinque anni, si presento
novamente al pubblico. S’ eTa già reso padrone di tutti quanti i
mezzi dell’arte, s’ era avvezzato, come a signoreggiar sé mede-
simo, cosi a sostenere impavidamente le fragorose procelle della
pubblica piazza. Quindi si procacciò molta influenza nella re-
pubblica in brevissimo tempo. '
Non diremo qui dell’ altre vicende della sua vita, che si
troveranno piu opportunamente in altri luoghi della nostra sto-
ria. Esaminandolo dunque come oratore, osserviamo che le sole
orazioni giudiziario gli avrebbero assicurato una fama immor-
tale ; eppure restano molto indietro alle sue arringhe al popolo
e a’ suoi discorsi politici. Fra questi, sono veri capolavori la più
parte delle Filippiche e la famosa orazione per la Corona reci-
tata in difesa sua e di Ctesifoute accusato da Eschine. Si rac-
conta che questo lesse un giorno a Rodi nella sua scola le duo
orazioni sulla Corona. Letta prima la sua, gli uditori applaudi-
rono vivamente e si maravigliarono che l’autore non avesse
vinto la causa. Letta poi quella di Demostene, gli applausi fu-
rono molto maggiori. Allora Eschine disse : « Cosa sarebbe dun-
» que .se l’aveste sentita recitare a quel mostro medesimo? »
Lo stile delle sue orazioni ha molto di quello del maestro
eh’ e’ s’ era preQ.sso ; anzi, dice bene il Pierron,' Demostene è
Tucidide doventato oratore politico, colle differenze notevoli di
carattere, d’ idee, e anche di dizione, che suppone quel passag-
gio dai templi sereni della saviezza al mondo burrascoso delle
passioni e delle gelose rivalità. L’ ironia di Demostene è terri-
bile; e’ maneggia il ridicolo in un modo maraviglioso. E in un
modo non meno maraviglioso, sa inalzarsi tutt'in un tratto al
vero sublime dei pensieri e delle immagini.
Abbiamo detto altrove che, dopo la morte di Socrate,
molti de’ suoi discepoli partirono da Atene e diffusero per tutta la
Grecia le sue dottrine. Alcuni di loro, mentre restavano fedeli al
metodo del maestro, presero una direzione loro particolare e si
fecero fondatori di scole originali. Per tacer degli altri, dirò solo
che Euclide fondava la scola di Megara e c’ insegnava dottrine
che spianarono la via ai Pirronisti ; Aristippo fondava quella di
Cirene e stabiliva che la felicità, scopo di tutte le azioni umane,
* /Jist. de la LiUèr. grecqttf t eh. 33.