Page 465 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALESSANDRO MAGNO. 455
peravano a tener vìva e diffondere quell’ agitazione ; che De-
moslene soprattutto gli dava battaglia in tutti i suoi discorsi,
mettendolo volentieri in ridicolo, chiamandolo fanciullo, con-
frontandolo perfino a Margite, sciocco eroe d’un poema satirico
attribuito a Omero, il quale aveva gran pretensione di sapere e
non sapeva nulla ; che finalmente i banditi di Tebe avevano sgoz-
zato i due capi della guarnigione macedone, e tenevano, unita-
mente agli altri cittadini, assediata la Cadmea.
Ricevute tali notizie, Alessandro lascia di dar la caccia ai
barbari ; e marciando colla sua solita prestezza, arriva in dodici
giorni ai confini della Beozia , e ventiquattr’ ore dopo sotto le
mura di Tebe, con 33,000 soldati. « Demostene mi chiamava
» fanciullo, e’ disse allora, quand’ero fra ì Triballi e gl’ libri
;
» giovane, quand’ero in Tessaglia; gli farò presto vedere ad
‘
» Atene che sono uomo fatto. »
Per veder d’impedire un’inutile effusione di sangue, fece
proclamare dagli araldi una completa amnistia pei Tebani che
’
volessero fargli atto di sommissione. Ma loro , sebbene non aves-
sero nemmeno ricevuto da Atene i rinforzi promessi da Demo-
stene, né fossero ancora arrivati quelli spediti da altre città, allo
pacifiche esortazioni d’ Alessandro risposero con una vigorosa
sortita. Si combattè dunque accanitamente. I Tebani si portarono
da degni figlioli degli eroi di Leuttra e di Mantinea ma la città
:
fu presa dai Macedoni, e un giorno intero durò il saccheggio e
la strage. Chi trattò i vinti più fieramente furono i Greci ausi-
liari d’ Alessandro. Più di 6000 Tebani restarono uccisi gli al-
;
tri, in numero di 30,000, furono fatti prigionieri. F'ra questi
c’era una donna di nome Timoclea che, essendole stata fatta
violenza da un capitano di Traci, col pretesto d* indicargli un
tesoro l’ aveva condotto a un pozzo ; e mentre il capitano guar-
dava dentro di questo, lei l’aveva afferrato per la vita, capo-
volto giù, e poi caricato di pietre. I Traci dunque la incatena-
rono e la condussero dinanzi al re. Interrogata da questo chi
fosse, la rispose: « Sono sorella di Teagene che comandava i
» Tebani a Cheronea, dove mori combattendo contro tuo padre
2 > per la libertà della Grecia. » * Alessandro ammirò quella fie-
rezza, e ordinò che fosse lasciata andar libera insieme co’ suoi fi-
Fiat. 1 1.
<
, ,
* Id. , ibid. , 12.