Page 92 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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82 LEZIONE QUINTA.
E i giovani soggiungevano :
Chi di valor ci avani»?
Per noi son le battaglie
Gioia di ionia danza : ,
Noi dell’ età sul fior
Bollente abbiam nell' anima
Di patria il sacro aidor.
E allora i ragazzi :
Lascia che varchino
Pochi anni , e poi ^
Vedrh la patria
Che valga in noi
Desio di gloria,
Guerriero ardor. '
«
Air età di vent’ anni Univa 1’ educazione delle classi : ma
ciò non vuol dire che finisse affatto l’ educazione. Il giovano
spartano era specialmente allora obbligato a servir la patria col-
l'armi, se e dove il bisogno lo richiedeva. In città poi conti-
nuava a star soggetto a un metodo sempre determinato di vita ;
a esser pronto a qualunque ordine dei magistrati; e non avendo
altri doveri da adempire, doveva visitare i ragazzi e occuparsi
ad ammaestrarli in qualcosa. L’arti meccaniche non gli eran
jK'rmes.se, e l’ agricoltura era affidata agl’ Iloti.
A treni’ anni prendeva posto fra gli uomini maturi , e
acquistava il diritto di partecipare all’ assemblee popolari e di
prender moglie ma questa, e’ non la doveva visitare che di sop-
:
piatto, i)er brevi momenti, essendo riputato cosa disonorevole il
farsi vedere insieme con lei. Giacché si trovava sempre obbli-
gato a pas.sar la più parte della giornata nei ginnasi e nel laschi
(luogo di ritrovo dove si soleva fare delle conversazioni sui pub-
, e a passar la notte nel dormitorio comune a tutti
lìlici affari] i
suoi coetanei. Ho detto che acquistava il diritto di prender mo-
glie, ma avrei invece dovuto dire che ne contraeva il dovere.
Nessuna legge veramente costringeva in modo diretto gli Spar-
' Qarile tre belle itrofette, l’abbiamo tolte dalla Storia iiniversale{ Lib. I,
cap. SI) dell’illustre Canti). Ci paiono una parafrasi di quel che si legge in Plu-
tarco {tic. 21). E’ dice che i vecchi cantavano:
*A/i)ce5 Ttóx’^jue; wXxi/toi veotstat.
E i giovani:
oi y' • «t òe tratfav ia^a.
E i ragaxii
di y’ iooifktiìia. /.ippovti-
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