Page 91 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 91
,
LICURGO E LA SUA LEGISLAZIONE. 84
commettere il furto o convincere dopo commesso, venivano pu-
niti severamente. A questo proposito si racconta che un ragazzo
il quale s’ era nascosto sotto il mantello una volpicina che aveva
rubato, si lasciò piuttosto, senza dar gemiti, lacerare il ventre
dalla bestia, che confessare il furto commesso.
Dall’ obbligo che avevano di rispondere alle domande con
poche parole , si fece in loro abituale quel parlare conciso e sen-
tenzioso, che appunto da loro si chiamò laconismo. Eccone de-
gli esempi : Biasimando alcuni il sofista Ecateo perché aveva
assistito a un convito senza mai far parola, Archidamida disse:
Chi sa ragionare, ne sa anche il tempo. Demarato essendo impor-
tunato spesso da un tale che voleva sapere da lui chi fosse il
migliore degli Spartani : Quello rispose, che ti è dissimile in tutto.
Un oratore ateniese chiamò ineruditi gli Spartani : Dici bene,
osservò Plistonatte , ^ioccòè starno noi soli fra i Greci che non s’è
imparato nessuna cosa cattiva da voi. Interrogato Archidamida da
un tale, quanti fossero gli Spartani; Abbastanza, rispose lui,rfa
tener lontani i malvagi. Licurgo stesso sapeva dare , al bisogno,
di queste risposte laconiche. A un tale che un giorno gli diceva
sarebbe stato meglio istituire nella città la democrazia: Comincia
dunque, replicò, a istituirla in casa tua. Essendogli domandato
[icrchè avesse ordinato sacrifizi tanto brevi e di cosi poco costo,
rispose : Perché non si cessi mai dal rendere onore alla divinità.^
Dall’educazione del corpo non era affatto disgiunta quella
dell’ animo : educazione però limitatissima in confronto dell’ al-
tra, e sempre rimasta tale in tutti i tempi. Sapevano gli Spar-
tani sonar la lira e il flauto, e non erano interamente stranieri
alla poesia. Ma dovevano essere inni sacri, e canti in cui respi-
rasse uno spirito guerriero ; e appunto perchè alimentavano tali
sentimenti, gli furon fatti conoscere da Licurgo i poemi d’Omero
e fu poi onorato da loro il poeta Tirteo. Nelle feste solenni , i
vecchi i giovani e i ragazzi si dividevano in tre cori ; e i primi
,
cantavano :
Noi pochi i grandi eserciti
Coipimmo di paura:
1 nostri petti furono
A Sparta invitte mura.
Ma grave è ornai 1' età: '
Sparta do' suoi magnanimi
’
Le tombe onorerà.
‘ Plut., Llc., 49, 20.
Storia dtlf antica Grecia. *
Digitized by Google