Page 47 - Storia dell'aviazione italiana
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Storia dell’aviazione italiana 45
Aviaexport: Vice Presidente, Compagno Konoplev G.A. e il
direttore dell’ufficio, compagno Sluchevsky E.I. conferma-
rono che per i voli verso numerosi piccoli aeroporti in Italia,
principalmente con turisti, l’unico aereo passeggeri accetta-
bile era l’aereo Yak-40.
Nelle trattative con il presidente della ditta Turavia signor Vass,
si convenne che nel periodo luglio-agosto 1968 avrebbe pre-
sentato proposte scritte sulle condizioni di pagamento con-
crete e in settembre le trattative sarebbero continuate a Mo-
sca con l’obiettivo finale di firmare un contratto per acquisto
di aerei.
Tra il 1970 e il 1990 operò in Italia una piccola flotta di aerei
sovietici Yak-40.
Yak-130 e Aermacchi M-346 (1993)
Nel 1993, la Russia (AOOT A.S. Yakovlev) e l’Italia (la com-
pagnia Air-Makki) hanno avviato una cooperazione per
creare un aereo da addestramento di nuova generazione,
lo Yak-130.
Lo sviluppo di Yak-130 iniziò nel 1993 nell’ambito di un pro-
gramma congiunto tra Yakovlev e Aermacchi per creare un ae-
reo da addestramento avanzato in grado di addestrare la succes-
siva generazione di futuri piloti da caccia come l’Eurofighter
Typhoon, il Dassault Rafale, l’F-35 e il Sukhoi PAK FA . Il pro-
gramma prevedeva un velivolo ad ala alta, monoderiva vertica-
le, motorizzato con due motori turbofan e dotato di cabina con
2 posti in tandem, in grado di garantire elevata manovrabilità e
stabilità senza rinunciare alla velocità subsonica.