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I CAmmINI STORICI
NEL TERRITORIO FELINESE
Ai piedi dei rilievi appenninici, tra due vallate di grande scorri-
mento, la Val Parma e la Val Taro, il territorio felinese, fin dai secoli
antichi, è stato attraversato da percorsi viari utilizzati anche per
facili e rapidi raccordi, come quello che permetteva ai pellegrini
provenienti dalla Val Parma di immettersi, dopo aver guadato il
torrente Baganza, nella Via Francigena di Monte Bardone (Mons
Langobardorum) nei pressi di Respiccio. A testimonianza dell’im-
portanza di questo tracciato resta la suggestiva Chiesa di Sant’I-
lario Baganza, che offriva ai viandanti, provati da lunghe percor-
renze e dai rischi connessi, anche l’ospitalità di uno xenodochio
(ospizio), dove trovare cure e ristoro. Esisteva prima che se ne fa-
cesse menzione nel Rotulus decimarum del 1230, come dipenden-
za dalla pieve di Barbiano.
Alla prima fase di costruzione dell’edificio (sec XI-XII) sono ricon-
ducibili due capitelli, due bassorilievi e la Pietra di Sant’Ilario che
si credeva dotata di poteri taumaturgici. I capitelli, posti su co-
lonne polistili e incorniciati da racemi, ricordano la perenne lotta
che l’uomo deve sostenere contro il male, sotto forma di mostri
fantastici, e sono interessanti anche perché rivelano analogie con
quelli di alcune chiese provenzali, a riprova che gli storici Cam-
mini favorivano confronti e scambi culturali. Una delle formelle è
conosciuta come I portatori d’acqua, ma a qualcuno più ispirato
piace pensare che nel bigoncio ci sia il mosto, che, fermentando,
rammenta come la fede agiti e rinnovi le coscienze.
Foto: Davide Fontana
Felino e la Val Baganza
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