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5. L’ANALISI REGIONALE


             In questo capitolo verrà proposta un’analisi regionale dei rapporti di lavoro attivati e cessati nel triennio
             2018-2020, con lo scopo di cogliere le diverse realtà occupazionali che caratterizzano il territorio nazionale,
             anche alla luce dell’impatto che l’emergenza pandemica ha comportato nelle diverse aree, in misura delle
             segmentazioni del territorio. Le dimensioni territoriali e settoriali costituiscono, infatti, un fattore preminente
             nel determinare la segmentazione dell’occupazione dipendente e parasubordinata ai fini di una maggiore
             comprensione della geografia della domanda di lavoro.

             I dati di flusso delle Comunicazioni Obbligatorie, dopo il trend positivo delle attivazioni dei rapporti di lavoro
             nel biennio 2018-2019, mostrano un’inversione di tendenza a partire dal primo trimestre 2020, in corrispon-
             denza della crisi dettata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, che porterà una sensibile (-19,2%) riduzione
             del numero di rapporti attivati. Tale diminuzione coinvolge la totalità delle Regioni, seppure in misura diversa,
             in ragione dei settori di attività economica e forme contrattuali di prevalenza.
             Tali differenze sono definite da un mercato del lavoro più frammentato nelle Regioni del Centro e del Mez-
             zogiorno rispetto a quello del Nord, con una quota elevata di contratti di breve o brevissima durata. Il ricorso
             al Tempo Determinato, che rappresenta a livello nazionale la quota più alta di formalizzazioni contrattuali
             impiegate dai datori di lavoro (68,4%), nelle Regioni del Mezzogiorno evidenzia incidenze significativamente
             maggiori della media nazionale, in particolare in Basilicata, Puglia e in Calabria; di contro nelle Regioni del
             Centro Nord il ricorso al contratto a Tempo Indeterminato o all’Apprendistato è generalmente più diffuso che
             altrove.



             5.1 I rapporti di lavoro attivati


             La distribuzione percentuale delle attivazioni di nuovi rapporti di lavoro per Regione consente di cogliere
             l’articolazione interna a ciascun mercato del lavoro dipendente e parasubordinato, della domanda di lavoro
             soddisfatta dall’offerta disponibile, superando così il vincolo derivante dai diversi volumi di assunzioni, regi-
             strati nel periodo di osservazione, connessi alla dimensione territoriale.
             La Lombardia e il Lazio, coerentemente alla struttura produttiva (compreso il settore della Pubblica Ammini-
             strazione), sono le Regioni che nel 2020 presentano il maggior volume di rapporti attivati, rispettivamente il
             13,7%, pari a 1,30 milioni e il 13,3%, pari a 1,27 milioni, seguite dalla Puglia con l’11,1% del totale nazionale,
             pari ad 1 milione di contrattualizzazioni.
             Il Grafico 5.1 mostra la composizione regionale delle attivazioni per settore di attività economica distin-
             guendo quei comparti che, in termini di volume di avviamenti, sono meglio rappresentati nei diversi territori.
             Nel 2020 sono le Regioni del Mezzogiorno a rappresentare in forma maggiore il settore dell’Agricoltura in
             termini di volumi di attivazioni: a fronte di una media nazionale pari al 17,1%, la Basilicata e la Puglia, regi-
             strano rispettivamente il 47% e il 43,5% dei contratti avviati, la Calabria il 37,4%, la Sicilia il 27,5% e il Molise
             con il 24,3%. Quote superiori alla media nazionale si riscontrano anche nelle Province Autonome di Bolzano
             (29,6%) e Trento (23,5%) e in Emilia-Romagna (18,1%), mentre i valori più bassi, inferiori al 5%, in Lombardia
             e Liguria.

             Diversamente dal settore agricolo, il settore dell’Industria in senso stretto (che rappresenta il 7,7% della
             quota media nazionale) registra una percentuale maggiore di attivazioni nel Centro Nord: Veneto (12,9%),
             Marche (12,4%), Toscana (11,1%), Friuli-Venezia Giulia (10,6%), mentre nelle Costruzioni (5,9% del totale) la
             percentuale maggiore si osserva nelle Regioni del Mezzogiorno:  Molise, Abruzzo, Campania e Sicilia, con
             valori superiori all’8% (Grafici 5.1 e 5.2).

             I dati relativi al 2020, seppure fortemente dipendenti dalla crisi legata al Covid-19, confermano la particolare
             vocazione di alcune Regioni per il Turismo, in parte rappresentato dal settore Alberghi e Ristoranti, che pro-
             duce una fetta consistente delle attivazioni sul territorio, con una media nazionale pari al 14%. È il caso della
             Valle d’Aosta, con il 31,0% dei rapporti di lavoro attivati nel settore e delle Province Autonome di Bolzano e




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